Ripristinato il senso del tatto con una nuova interfaccia cervello-computer

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Siamo abituati a dare per scontato il nostro senso del tatto, ma da anni i ricercatori cercano di sviluppare tecnologie in grado di ripristinare il tatto degli arti per le persone paralizzate.

Tuttavia, un team di ricercatori della Battelle e del Wexner Medical Center della Ohio State University ha recentemente riferito di essere stato in grado di restituire la sensazione alla mano di una persona con una grave lesione del midollo spinale usando un sistema di interfaccia cervello-computer.

Lo studio pubblicato sulla rivista Cell, descrive come i ricercatori sono riusciti a sfruttare dei segnali neurali minuscoli, così minuscoli da non poter essere percepiti, e amplificandoli in modo da creare un feedback sensoriale artificiale.

Il partecipante a questo studio è Ian Burkhart, un uomo di 28 anni che ha subito una lesione del midollo spinale durante un incidente subacqueo nel 2010. Dal 2014, Burkhart ha lavorato su un progetto chiamato NeuroLife che mira a ripristinare la funzionalità del suo braccio destro.

Il dispositivo che hanno sviluppato funziona attraverso un sistema di elettrodi sulla sua pelle e un piccolo chip di computer impiantato nella sua corteccia motoria.

“Fino ad ora, a volte Ian aveva l’impressione che la sua mano fosse estranea a causa della mancanza di feedback sensoriale”, afferma Ganzer. “Ha anche problemi a controllare la sua mano a meno che non stia osservando attentamente i suoi movimenti. Ciò richiede molta concentrazione e rende quasi impossibile il semplice multitasking come bere una bibita mentre si guarda la TV ”.

I ricercatori però hanno scoperto che sebbene Burkhart non avesse quasi alcuna sensazione alla mano, quando stimolavano la sua pelle, un piccolissimo segnale neurale ancora era presente. Ma era così piccolo che neanche il suo cervello era in grado di percepirlo.

I ricercatori spiegano che anche in persone come Burkhart che hanno quella che è considerata una lesione del midollo spinale “clinicamente completa”, hanno quasi sempre alcuni frammenti di fibre nervose che rimangono intatte. Il documento spiega come sono stati in grado di aumentare questi segnali in modo da farli percepire al cervello.

L’obiettivo a lungo termine degli investigatori è quello di sviluppare un sistema che funzioni sia in casa che in laboratorio.

Di seguito il video dimostrativo:

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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