Salvare l’acqua per salvare il futuro: i risultati del nostro impegno

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Non era mai accaduto che i giornali e i tg dedicassero i titoli più importanti alla siccità, non in pieno inverno. L’Italia deve preservare la propria acqua: il MoVimento 5 Stelle ne ha fatto non a caso un elemento identitario, la propria ragion d’essere. Perché l’acqua è la nostra prima stella e dev’esserlo di tutto il Paese.

Occuparsi di acqua significa occuparsi di vita e sopravvivenza su questo Pianeta certo, ma significa anche seguire tanti aspetti, spesso complessi, che messi insieme danno il quadro di un sistema nazionale fatto di sorgenti, grandi acquedotti, dighe e via via tante altre questioni infrastrutturali e gestionali, fino al rubinetto di casa nostra e poi alla depurazione.

AMMODERNIAMO LA RETE

È questo l’impegno che da anni portiamo avanti dentro e fuori dal Parlamento, con tanti cittadini e attivisti dei territori. Ci occupiamo di come questa preziosa risorsa debba essere tutelata dall’inquinamento e dagli effetti dei cambiamenti climatici, quindi di come pianificare gli interventi, di mettere in sicurezza infrastrutture e territorio, di progettare opere utili ed efficaci. Stiamo anche affrontando e tentando di risolvere una volta per tutte l’annoso tema delle procedure di infrazione europee sulla mancata depurazione e fognatura: dal 2018 paghiamo 60 milioni e 225mila euro l’anno (165mila euro al giorno) per ciascun semestre di ritardo nell’attuazione di una sentenza della Corte di Giustizia europea risalente al 19 luglio 2012. Abbiamo ottenuto che si stanziassero i primi importanti fondi per ridurre le perdite di rete e mettere in sicurezza le grandi infrastrutture; ora siamo impegnati a reperirne altri e a garantire che vengano spesi bene e fino all’ultimo centesimo quelli già messi a disposizione.

E CONTINUIAMO A DENUNCIARE

Ma stiamo anche denunciando: le storture che vediamo sui territori, con affaristi e talvolta criminali che vogliono mettere le mani sulla nostra acqua, e l’enorme e ingordo business messo in piedi dalle industrie delle acque minerali, che pagano canoni irrisori senza che noi sappiamo quanta acqua portino via, per giunta contribuendo all’inquinamento con le montagne di bottiglie di plastica che ogni giorno vengono caricate sui camion girando da Nord a Sud e finendo, troppo spesso, nei nostri mari e fiumi.

ARGINE ALLE PRIVATIZZAZIONI

Un lavoro che ci vede impegnati su tanti fronti, dunque, per restituire ai cittadini la gestione pubblica e partecipativa dell’acqua, facendo in modo che ogni euro delle loro bollette si tramuti in un servizio migliore e nella massima salvaguardia della risorsa, già messa in pericolo da siccità e cambiamenti climatici. In questa prima parte di legislatura il MoVimento 5 Stelle è stata l’unica forza politica impegnata a governare l’intera filiera idrica, l’unica ad analizzare criticità e proporre soluzioni “di sistema” e l’unica ad arginare i tentativi e le spinte verso la privatizzazione, contrastando interessi che purtroppo trovano sponda in diverse componenti politiche presenti in Parlamento.

I RISULTATI OTTENUTI

Volendo fare una sintesi estrema di questo impegnativo lavoro, fatto spesso di sponda tra attivisti, portavoce, ecco cosa abbiamo fatto in meno di due anni, con l’aiuto dei nostri esponenti al governo, in particolare dell’ex ministro Danilo Toninelli al ministro Costa passando per viceministri e sottosegretari.

– Abbiamo garantito che per il Piano nazionale per il settore idrico fosse stanziato 1 miliardo di euro in 10 anni, di cui 250 milioni sono già stati investiti per interventi di messa in sicurezza delle grandi infrastrutture;

– Abbiamo letteralmente combattuto per scongiurare la privatizzazione delle fonti del Sud e imposto per legge che la nuova società che gestirà le grandi infrastrutture di approvvigionamento, accumulo e distribuzione dell’acqua al posto dell’EIPLI (posto in liquidazione dal governo Monti nel 2011) sia totalmente pubblica e sottoposta alla vigilanza e a controllo analogo a quello degli enti pubblici soci. Una società di fatto blindata nella sua compagine proprietaria, in modo da evitare che si scatenino appetiti speculatori sugli appalti che andrà a gestire.

–  Abbiamo poi attribuito più poteri al nuovo Commissario per la depurazione, affinché possa agire rapidamente e in maniera efficace e fare in modo che siano finalmente dotati di sistemi di depurazione e fognatura i 1.100 agglomerati di diverse dimensioni che ne sono ancora privi, nei quali vivono circa 6 milioni di italiani.

GLI OBIETTIVI A BREVE TERMINE

Dopo le cose fatte passiamo agli obiettivi a breve termine, ai quali stiamo lavorando in queste ore, nella consapevolezza che tutti questi provvedimenti e accorgimenti non sono altro che i mattoni del grande edificio che sinteticamente chiamiamo “acqua pubblica”. Mattoni preziosi per i loro effetti nell’immediato sulla vita e sulle tasche delle persone, ma che riveleranno ancor più tutta la loro importanza quando avremo approvato in Parlamento la legge sulla gestione pubblica e partecipata.

Ecco allora le cose, come sempre utili ai cittadini, che ci accingiamo a fare, in particolare in collaborazione con il ministero dell’Ambiente:

– Inseriremo di incentivi fiscali per il risparmio idrico e la riduzione del consumo dei contenitori di plastica.

– Stabiliamo un aumento del canone di concessione per le aziende che imbottigliano le acque minerali

Rafforziamo le strutture degli Enti di Governo dell’Ambito titolari della gestione pubblica dell’acqua

– Prevediamo che gli utili delle aziende di gestione siano usati interamente per interventi sulle infrastrutture idriche e per la riduzione delle perdite: diciamo basta agli speculatori e al tempo stesso basta alle reti colabrodo!

– Introduciamo l’obbligo di rilevare e rendere pubblici i dati relativi al bilancio idrologico e alla tutela della qualità delle acque, fondamentali per predisporre misure in grado di affrontare efficacemente gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento.

IL 23 MARZO NE PARLIAMO ALLA CAMERA

Approfondiremo questo risultati e obiettivi nel nostro incontro in programma lunedì 23 marzo alla Camera (Sala del Refettorio, ore 16), dal titolo: “Crisi idrica e cambiamenti climatici: la centralità della pianificazione e della governance pubblica dell’acqua”. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, che cade domenica 22, ci confronteremo con tecnici e studiosi sui limiti e le potenzialità del sistema idrico nazionale, sulle risorse disponibili, sulle risposte e le soluzioni per affrontare la crisi idrica del 2017 e quella attuale, per non farci trovare impreparati.

L’ENERGIA DI TUTTI PER LA PRIMA STELLA

Se volessimo fare un paragone, la nostra stella dell’acqua pubblica non è un faro con una grande lampada, ma brilla di una luce più forte e pulita, come quella di tanti piccoli led. Ogni led è una piccola azione concreta, un segnale di attenzione e sensibilità al tema, la decisione di una comunità o un provvedimento normativo. Quando e quanto la nostra stella riuscirà ad essere nel pieno del suo splendore dipende dal contributo che ciascuno di noi, cittadino o portavoce, riuscirà a dare dalla propria postazione. Perché l’energia che fa brillare la nostra prima stella è quella che saremo in grado di produrre con il nostro impegno personale, sui territori e nelle istituzioni.

Buon lavoro a tutte e tutti noi!

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