Scuola: in arrivo concorsi per 48.000 docenti

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Una scuola di qualità, in grado di proporre una didattica al passo con i tempi e un servizio all’altezza di un Paese del G7, è innanzitutto una scuola in cui i docenti non sono costretti a svolgere il loro lavoro in condizioni di perenne precarietà.

Dopo anni di interventi tampone e spesso controproducenti, è ora di dare le giuste e meritate risposte a tutto il personale, docente e personale ATA, che lavora giorno dopo giorno accanto ai nostri figli.

Ci stiamo muovendo in questa direzione: poche ore fa è stato firmato, grazie al nostro ministro Lorenzo Fioramonti e sottosegretario Lucia Azzolina, un importante accordo con i sindacati della scuola che sarà la base per il testo del cosiddetto decreto scuola. Con questo provvedimento, alla cui redazione e definizione inizieremo a lavorare immediatamente, abbiamo sancito due principi fondamentali per rilanciare la scuola: la salvaguardia del merito e la valorizzazione di chi presta servizio da anni nelle nostre scuole.
L’intesa prevede che nei prossimi mesi vengano banditi due concorsi: uno ordinario e uno straordinario, che si svolgeranno contestualmente in modo da coprire circa 24.000 posti ciascuno. Come previsto dalla nostra Carta costituzionale, si accederà all’insegnamento nella scuola pubblica italiana attraverso procedure selettive, tenendo conto della storia professionale e della posizione specifica di ciascuno.

Il decreto scuola riguarderà sia i docenti che già lavorano nelle scuole, con o senza 36 mesi di servizio, sia le nuove generazioni che vogliono iniziare a insegnare ma vedono davanti a loro solo ostacoli. Al centro di questa grande misura ci saranno quindi i grandi precari storici della scuola, iscritti nelle GAE (Graduatorie ad Esaurimento), ma anche i vincitori idonei dei concorsi del 2016 e 2018.
Garantiamo oltre 24.000 posti riservati e percorsi di formazione che porteranno all’abilitazione per tutti coloro che avranno un punteggio di 7/10 nella prova di entrata. Chi supererà questa prova sarà abilitato e potrà passare dalla terza alla seconda fascia. Il tutto continuando a lavorare regolarmente.

Non mancheranno, poi, misure per gli insegnanti di sostegno e per il personale ATA: sarà un decreto a tutto tondo, che segnerà il primo passo importante per una soluzione strutturale ai problemi, mai risolti, del mondo della scuola. Di misure “tampone”, purtroppo, ne abbiamo viste fin troppo.

Ora siamo finalmente pronti e determinati a portare avanti un cambiamento strutturale, reso possibile anche dal dialogo costruttivo che si è instaurato nella maggioranza di governo, di cui abbiamo avuto prova in queste settimane, e dalla collaborazione tra il Governo e i parlamentari, che hanno dato un contributo decisivo anche alla conclusione di questa intesa. Entrambi questi aspetti sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo di una sensibile riduzione dei precari già all’inizio del prossimo anno scolastico.

 

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