TUTELARE IL MEDITERRANEO DALLE VERE FONTI DI INQUINAMENTO

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In commissione Pesca del 28-10 2020, ho affrontato un tema importante: come affrontare inquinamento e cambiamenti climatici che gravano sul mar Mediterraneo dialogano da un lato con la comunità scientifica, e dall’altro con i pescatori. Se gli stock ittici nel Mediterraneo versano in condizioni disastrose come suggeriscono i report della Commissione, allora bisogna affrontare le radici di questo fenomeno, che sono complesse e che hanno bisogno di soluzioni che tengano conto della specificità di questo mare: • ricchissima biodiversità, • condivisione degli stock con paesi terzi e quindi utili le soluzioni congiunte a livello regionale • un alto tasso di migrazione delle specie. • flotta principalmente composta dalla piccola pesca artigianale e multi specifica, caratterizzata • utilizzo di grandi varietà di attrezzi e metodi. Tutte queste specificità richiedono un approccio flessibile che ricerchi soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale, economico e sociale, tenendo conto delle implicazioni per le comunità costiere che fanno grande affidamento sul settore della pesca. Questo approccio deve inoltre tenere conto di tutte le pressioni a cui è soggetto il mar Mediterraneo: bisogna poi tenere conto delle allarmanti conseguenze del cambiamento climatico. Il Mediterraneo è infatti stato più volte definito un hot spot per il cambiamento climatico. Ricordiamocene in ogni direttiva e regolamento che andiamo scrivere e votare. Vedi recente voto irresponsabile sulla PAC. Non abbiamo più tempo, non si tratta di ideologia ambientalistica ma di realtà.

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Fonte

Rosa D’Amato – Portavoce M5s nel Parlamento EU

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