Vaccini in scadenza: doniamoli ai Paese più poveri

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Cento milioni di dosi di vaccino anti Covid 19 rischiano di finire della spazzatura. Sono quelle tenute nei magazzini dai paesi europei e da quelli del G7, ormai in procinto di scadere. I paesi più ricchi del mondo, ignorando cosa avviene negli altri angoli del globo, rischiano così di rendersi complici di uno spreco inconcepibile ed eticamente inaccettabile, oltre che controproducente dal punto di vista sanitario. Lo studio elaborato dai ricercatori della società britannica Airfinity è l’ultima puntata di una delle più grandi diseguaglianze che si sta consumando sotto gli occhi silenti dei grandi della Terra che continuano a non prendere in considerazione la sospensione temporanea dei brevetti, l’unica proposta che può sbloccare una campagna vaccinale che a livello globale presenta lacune spaventose: nei paesi a basso reddito di Africa, Asia e America centrale solo l’uno per cento della popolazione risulta immunizzato con doppia dose. Un ritardo colpevole, che sta già costando migliaia di vite: basti pensare che lo stesso studio sottolinea che se i vaccini attualmente inutilizzati dai paesi G7 fossero stati dati ai paesi a reddito basso e medio basso si sarebbero potute evitare almeno seimila vittime, e le stime sono destinate a peggiorare.

Tutto questo avviene mentre le casse di Big Pharma continuano ad arricchirsi: a fronte di un investimento pubblico complessivo nel 2020 di oltre 8,3 miliardi di dollari, Moderna, BionTech e Pfizer hanno registrato nel primo semestre dell’anno ricavi per 26 miliardi, vendendo le dosi al miglior offerente con rincari del prezzo per dose fino a 24 volte il costo stimato di produzione. Logica del profitto ed egoismo vaccinale sono destinati a scontrarsi con la dura realtà: lasciare il virus libero di correre in alcune aree del globo favorirà la creazione di nuove, temibili varianti che prima o poi busseranno anche alle porte del mondo occidentale.

Oggi, l’obiettivo sancito dall’Organizzazione mondiale della sanità e dal G20 Salute che si è tenuto a Roma, cioè quello di completare la vaccinazione del 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e del 70% entro la metà del 2022 appare un miraggio lontano. Ad aggravare la situazione il programma Covax per la donazione dei vaccini che stenta a decollare: solo l’11,8 per cento delle 1,2 miliardi di dosi che dovrebbero essere donate sono state consegnate ai paesi a basso reddito. Mentre noi ci illudiamo di uscire in solitaria dalla pandemia, nel terzo mondo si continua a morire nell’indifferenza generale.

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Fonte Movimento 5 Stelle

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