Vergognose fake news dell’Espresso su Alessandra Todde

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Ieri l’Espresso online ha pensato bene di dedicarmi una serie di fake news. Se l’intento è quello di screditarmi come manager, non ci sono riusciti. Vi spiego perché.

In un articolo si sostiene che, da CEO di Olidata, la mia gestione avrebbe peggiorato le condizioni dell’azienda. Tutte invenzioni.

Raccontiamo le cose come stanno.

Olidata, storico marchio informatico italiano, nel 2016 era un’azienda con 43,5 MILIONI DI DEBITI e NESSUNA prospettiva di ritornare sul mercato.

Grazie al lavoro del Presidente Tassi e dell’Advisory, team che lo ha coadiuvato e di cui ho dichiarato orgogliosamente di aver fatto parte, sono stati chiusi 207 accordi extra giudiziali con le aziende creditrici che hanno permesso alla società di poter presentare una manovra di circa DUE MILIONI di euro residui per uscire dalla liquidazione.

Ad aprile 2018 è stata presentata in Assemblea la manovra, assieme a un nuovo piano industriale che faceva di Olidata un veicolo di acquisizioni per società operanti nel settore di Internet delle Cose. Il nuovo Consiglio di Amministrazione di cui facevo parte, i nuovi organi di revisione, il collegio sindacale e la società hanno così potuto finalmente richiedere l’uscita dalla liquidazione.

Il 23 giugno 2018, a 60 giorni dall’Assemblea, Olidata è ufficialmente uscita dalla liquidazione.

Altra fake news dell’Espresso è quella che riguarda l’accordo con Poste Italiane, tuttora in fase di negoziazione.

Era un tema affrontato nella procedura di uscita dalla liquidazione ed è stato evidenziato dalla società di revisione nel parere della semestrale al 30 giugno 2018 dei primi sei mesi di gestione della società e quindi un tema PRECEDENTE alla mia gestione, non certo una novità degli ultimi mesi.

Più di 40 milioni di debiti abbattuti. Senza un solo euro di soldi pubblici ma solo con la caparbietà e la buona volontà di salvare un marchio storico. Vi sembra una gestione fallimentare o un modello che non funziona? A me sembra piuttosto un grande risultato, che qualcuno forse vuole negare. Ma parlano i dati e i fatti.

Il 30 giugno 2018 è stato perfezionato un aumento di capitale di 3,5 milioni di euro, di cui 500.000 euro cash utilizzati per spesare parte della manovra e 3 milioni dedicati alla prima acquisizione, in linea con il nuovo piano industriale, della società Italdata.

Il bilancio di Italdata a giugno 2018 aveva un UTILE NETTO di 300.000 euro: non certo quello di una società in crisi!

L’aumento di capitale ha permesso l’ingresso nel capitale di Olidata di Mario Carlo Ferrario già partner co-fondatore di Permira e di MEDION AG, azienda tedesca leader nel settore dell’elettronica di consumo, con cui è stata stipulata anche una partnership per la vendita dei prodotti a marchio Olidata.

Soci forti, dotati di capacità finanziaria e in grado di sostenere lo sviluppo dell’azienda.

L’aumento di capitale ha permesso a 13.000 piccoli azionisti, che con la liquidazione dell’azienda, avrebbero perso il loro investimento, di avere delle azioni che da 0,16 centesimi di euro sono state negoziate a 0,54 centesimi.

A luglio 2018 sono diventata Amministratore Delegato e ho lavorato fino agli inizi di aprile 2019 per attuare il piano industriale, identificando un target di acquisizione che comportava il reperimento di capitali per 30 milioni di euro per il suo perfezionamento con l’accordo di massima degli investitori.

Agli inizi di aprile 2019 ho rimesso le deleghe per dedicarmi alla mia candidatura alle elezioni europee in modo da evitare ogni conflitto d’interessi pur rimanendo nel CDA senza deleghe per garantire continuità.

Sono passati sei mesi in cui l’azienda, guidata dal Presidente Tassi che da aprile ha assunto anche ruolo di Amministratore Delegato, non trovando l’accordo per perfezionare l’acquisizione, ha fatto venir meno i presupposti per l’aumento di capitale da 30 milioni e ha optato per la sottoscrizione di due lettere di intenti, con due società, per valutare un ipotesi di Reverse Merger di queste ultime in Olidata.

Da aprile 2018 ad aprile 2019 Olidata NON HA LICENZIATO un singolo dipendente.

Nell’attesa di perfezionare queste operazioni, Olidata si trova nelle condizioni di avere dei soci finanziari sufficientemente forti per poterla sostenere e poter completare la chiusura della manovra.

Il bilancio, chiuso il 31 dicembre 2018 (con soli 6 mesi di mia gestione) ed approvato dal CDA il 23 agosto 2019, è il primo bilancio in attivo dopo anni. La mia gestione di 8 mesi (da luglio 2018 ad aprile 2019) ha affrontato perdite e debiti in maniera strutturale dando all’azienda la possibilità di essere ancora oggi in grado di parlare di futuro.

Il 15 settembre 2019 ho rassegnato le mie dimissioni dal CDA di Olidata, a seguito della mia nomina come sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico.

Ecco i fatti, supportati da numeri e dati precisi. Tutto il resto sono fake news e ricostruzioni che non corrispondono in alcun modo a come sono effettivamente andate le cose.

 


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