Wolfnet, Legambiente consegna cuccioli di pastore maremmano abruzzese a tutela degli allevamenti in Sila

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Allevati e addestrati per sorvegliare il bestiame, salveranno le greggi ma anche i lupi,  spesso vittima di bracconaggio e fake news

Il pastore maremmano abruzzese salverà il lupo proteggendo il patrimonio zootecnico nell’Appennino calabrese. È la strada individuata da Legambiente per tutelare e conservare la specie canis lupus minacciata dal bracconaggio e considerata il nemico numero uno da allevatori di bestiame e dalle aziende zootecniche. Per invertire la tendenza, nell’ambito del progetto Wolfnet Calabria, il prossimo 22 dicembre saranno consegnati 20 cuccioli di pastore maremmano abruzzese e reti elettrificate utili a prevenire gli attacchi predatori nei confronti delle greggi e degli armenti. La consegna dei cani da guardiania e dei recinti di protezione verrà preceduta da un’attività di formazione, destinata ad allevatori e cacciatori, sulle tecniche di addestramento del pastore maremmano abruzzese per farlo diventare un buon guardiano delle greggi. Ai partecipanti sarà fornito anche un manuale realizzato ad hoc per seguire punto per punto la crescita e l’allevamento dei cani. Il team di Wolfnet Calabria ha individuato alcune aziende pilota con sede nella Sila e a rischio predazione, ad ognuna saranno consegnati i cuccioli di pastore maremmano abruzzese e due reti elettrificate. 

L’iniziativa rientra tra le azioni per la tutela del lupo nell’ambito del progetto Wolfnet Calabria, finanziato dalla Regione Calabria e coordinato da Legambiente con il supporto del Parco Nazionale della Sila insieme ad ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) e CPMA (Circolo Pastore Maremmano Abruzzese).

Wolfnet Calabria nasce dall’esigenza di conservare la specie canis lupus, una specie troppo spesso stretta nella morsa del bracconaggio e delle fake news. Infatti il lupo viene additato, nella maggioranza dei casi senza fondamento, come l’indiziato numero uno per atti predatori contro gli ovini al pascolo. In questo modo il lupo diventa vittima due volte: colpito dai bracconieri e dalla cattiva informazione.

“Wolfnet Calabria – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette e biodiversità di Legambiente – punta a stemperare questo clima di intolleranza intorno alla specie mostrando i veri dati del suo impatto sul patrimonio zootecnico, sulla base di indagini sul campo, così da così da ridurre il conflitto tra presenza del lupo e attività umane. L’interesse per l’iniziativa – continua Nicoletti – è dimostrata dai numeri, che parlano di ben 18 aziende ad aver risposto alla manifestazione di interesse pubblicata sul sito del Parco, e al coinvolgimento delle associazioni di allevatori regionali che hanno offerto una fattiva e proficua collaborazione in questo percorso”.

Arrivato alla soglia dell’estinzione, negli anni passati, “ora il lupo in Sila rappresenta un valore aggiunto per il territorio che ne trarrà vantaggi sia in termini d’immagine sia per quanto riguarda i risvolti socio-economici”, è il pensiero di Francesco Curcio, presidente dell’Ente Parco nazionale della Sila. “C’è entusiasmo per questo progetto – ha concluso Curcio – che mira a sviluppare misure di prevenzioni efficaci e ad approfondire il vero impatto del lupo sulle attività dell’uomo”.

Quindi per raggiungere l’obiettivo il progetto ha dato ampio spazio al tema della prevenzione degli atti predatori coinvolgendo la comunità degli allevatori a cui è stato dedicato un aggiornamento delle modalità di protezione degli animali da pascolo, e di conseguenza l’importanza del pastore maremmano abruzzese al seguito delle greggi. “Il Circolo del Pastore Maremmano Abruzzese – afferma Antonio Grasso, presidente del CPMA – con orgoglio è parte attiva nel progetto Wolfnet Calabria e darà la possibilità agli allevatori calabresi, con aziende a rischio predazione, di avere a difesa dei propri animali, i pastori maremmano abruzzesi, universalmente riconosciuti come il più valido strumento di dissuasione agli attacchi del predatore”.

Per l’ENCI, il pastore maremmano abruzzese è “un patrimonio da promuovere e tutelare, il grande cane bianco conserva pressoché inalterate, grazie anche all’allevamento selezionato, quelle qualità di attaccamento al gregge e coraggio che ne fanno oggi uno dei più efficaci strumenti per la protezione delle greggi e la mitigazione del conflitto tra attività antropiche e grandi predatori”.

Sempre nello stesso quadro d’azione c’è stato un proficuo dialogo con gli allevatori e le aziende zootecniche per capire le loro reali esigenze e i motivi di astio nei confronti del lupo. Con Wolfnet Calabria la tutela del canis lupus passa anche per la promozione della cultura della “coesistenza”, attraverso seminari e laboratori destinati agli studenti delle scuole elementari e medie. Infine Wolfnet Calabria coinvolgerà anche gli enti comunali e le Asl territoriali nel monitoraggio dei cani vaganti per ridurre il rischio del trasferimento di malattie dovuto ai contatti in questa area geografica.

 

 

L’ufficio stampa:

Milena Dominici (349.0597187, [email protected])

Raffaele Cava (339.7973875, [email protected])

 

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Fonte Legambiente

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