“Young Blood”, la fonte della giovinezza?

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Da qualche tempo c’è una nuova moda, quella di iniettare sangue giovane negli anziani. L’idea sembra essere uscita da un film dell’orrore, ma è molto più che fantascienza, è realtà.

Ma per quanto possa sembrare affascinante, la domanda è molto semplice: la trasfusione del sangue degli adolescenti negli anziani può davvero aiutare a contrastare gli effetti dell’invecchiamento?

Ci sono varie storie sull’inizio di questa pratica, ma ora partiamo dai dati concreti.

Una startup californiana, chiamata Ambrosia, ha offerto prove cliniche (fatte sull’uomo) sulla validità della “cura”. Hanno iniettato il sangue di adolescenti e ventenni in persone anziane per scoprire se avesse qualche effetto sull’invecchiamento.

Per lo più ad un prezzo incredibile.

Ogni trasfusione da 1,5 litri costava 8.000 dollari. Ma il costo esorbitante non ha impedito di avere una vera e propria gara per accaparrarsi i posti. Alla fine duecento persone si sono iscritte allo studio, che è stato completato il 15 gennaio 2018.

Si possono trovare i dettagli dello studio su ClinicalTrials.gov.

Questo tipo di tecnologia medica ha molte implicazioni, sia positive che negative. Ma l’idea di utilizzare organi e sangue più giovani per rallentare o invertire gli effetti dell’invecchiamento, è vecchia di decenni.

Pensate che negli anni ’50, nel processo chiamato parabiosi, gli scienziati cucivano il sistema circolatorio di un giovane topo a quello di un vecchio topo. Lo studio dimostrò che gli organi dei topi più anziani diventavano più sani, grazie alla presenza del sangue più giovane.

Delle 69 coppie di roditori, 11 erano morte di “malattia parabiotica”, essenzialmente una forma di rigetto del tessuto, ma nelle altre coppie, gli effetti erano notevolmente positivi, sebbene solo per i topi più anziani. I giovani topi erano, nel complesso, non interessati, sia negativamente che positivamente. Insomma per i più giovani c’era poco da ringiovanire.

Per le controindicazioni sembrava che più si avvicinava la relazione genetica tra i soggetti, meno probabilmente si sarebbe verificata la malattia parabiotica.

Ma poi è successo qualcosa. Anni più tardi la ricerca scoprì che l’invecchiamento colpisce tutte le aree del nostro corpo contemporaneamente, e che il nostro sangue è ciò che coordina l’invecchiamento attraverso i nostri corpi.

Così iniziarono gli esperimenti, sempre su topi, che mostravano come l’iniezione di sangue giovane nei topi più anziani avesse effetti positivi su organi, ossa, tessuti e praticamente su tutti i sistemi del corpo.

A questo punto ci si è chiesti se la tecnica potesse funzionare anche sugli umani.

Qui torniamo quindi ad Ambrosia e al suo studio, anche se in una piccola sperimentazione clinica che non ha avuto un gruppo di controllo. Quello che è successo è molto semplice. Hanno offerto ai clienti, oltre i 35 anni, delle iniezioni di plasma giovane (il plasma è la componente liquida del sangue) da donatori di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Ogni iniezione costava fino a $ 8.000.

Ma Ambrosia non è l’unico attore sul mercato. Sebbene Tony Wyss-Coray, della Stanford University, abbia criticato lo studio, principalmente per il modo in cui Ambrosia ha progettato il test, non gli ha impedito di condurre uno studio anti-invecchiamento nel 2014 che ha fatto fare grandi progressi nella ricerca sull’invecchiamento.

Tutt’oggi Wyss-Coray sta lavorando, con la sua compagnia Alkahest, per scoprire gli effetti del sangue giovane su 18 persone con Alzheimer, senza alcun costo per i partecipanti. E non è davvero una sorpresa che anche le aziende private siano interessate. L’industria anti-invecchiamento è un’attività da 250 miliardi di dollari solo negli Stati Uniti.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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