Politiche europee e dello sviluppo rurale

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Garantire l’approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili, salvaguardare il reddito degli agricoltori, tutelare l’ambiente e preservare i territori. Sono questi i principali obiettivi che sono perseguiti in Europa dalla nuova PAC (Politica agricola comune) 2023-27
La PAC rappresenta l’insieme delle regole che l’Unione europea si è attribuita riconoscendo la centralità del comparto agricolo per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri. Essa costituisce, peraltro, una delle principali voci di spesa del bilancio dell’UE.
Il sostegno europeo alla produzione agricola dei Paesi della Unione avviene attraverso l’erogazione, ai produttori, di aiuti, contributi e premi. Tali erogazioni sono finanziate dal FEAGA (Fondo Europeo Agricolo di Garanzia) e dal FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), e gestite dagli Stati Membri attraverso gli Organismi Pagatori, istituiti ai sensi del Reg. (CE) n. 885/2006 (articolo. 18). In Italia, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) – istituita dal decreto legislativo n. 165/99 – è l’ente deputato allo svolgimento delle funzioni di Organismo di coordinamento e di Organismo pagatore.
La protezione dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità sono ulteriori compiti che il legislatore italiano condivide con quello europeo. Per sostenere gli agricoltori nella duplice sfida di produrre alimenti e contemporaneamente salvaguardare la biodiversità la Commissione europea ha presentato la comunicazione “Una strategia “dal produttore al consumatore ” (Farm to fork strategy – F2F) insieme alla comunicazione “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030”. Entrambe le strategie sono centrali nell’ambito del Green Deal, l’insieme di interventi volti a rafforzare l’ecosostenibilità dell’economia dell’Unione europea nella prospettiva di azzerare le emissioni di gas a effetto serra entro il 2050. La strategia si prefigge diversi obiettivi  al 2030 concernenti la riduzione dell’uso e del rischio dei pesticidi e della perdita dei nutrienti, la riduzione delle sostanze antimicrobiche, il miglioramento del benessere degli animali e la valorizzazione dell’agricoltura biologica.
La gestione del rischio in agricoltura risulta essenziale per la sopravvivenza stessa dell’attività primaria, nelle sue diverse manifestazioni (coltivazione del fondo, allevamento, pesca, selvicoltura e attività connesse). Infatti, molteplici fattori – alluvioni, calamità naturali, siccità, emergenze sanitarie o fitosanitarie di vario genere etc. – possono incidere, anche in maniera rilevante, su taluni prodotti e/o filiere agroalimentari. Per questo motivo sono necessarie risorse per incentivare l’accesso degli agricoltori ad alcune tipologie di copertura del rischio.

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Fonte Camera dei deputati – Attività parlamentare nella XIX Legislatura

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