Ancora una volta il Made in Italy e solo Made in Nord

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Ma ci avete fatto caso che il tanto evocato “made in Italy” riguarda quasi sempre solo prodotti del Nord Italia?
Argomento complesso e meritevole di approfondimento, il rapporto tra il nord (produttore) e il sud (consumatore) è sempre andato in una unica direzione, e al netto dei ripetuti annunci non c’è mai stato un concreto cambio di passo. Peraltro ho spiegato più volte come “the italian sounding” sia in realtà spesso saldamente in mani straniere, quindi quello che passa come made in Italy (del nord italia) spesso di italiano ha solo il nome (http://www.ignaziocorrao.it/tag/golden-power/). Ieri le agenzie giornalistiche chiedendomi perchè mi fossi astenuto su un provvedimento (quello del riconoscimento di prodotti tutelati nell’accordo con la Cina) che apparentemente per l’Italia (e la Francia) sembra conveniente. La mia risposta è stata molto semplice, sono stato eletto in Sicilia e Sardegna e finchè non vedo uguale tutela delle produzioni dei territori che rappresento non voto assolutamente nulla.
“Mi auguro che la nuova Commissione, che ancora tarda ad insediarsi, riveda questo metodo assolutamente errato di creare liste di prodotti da salvaguardare e di sacrificare le produzioni del meridione. Si pensi piuttosto ad un metodo per individuare controlli ed azioni comuni per la salvaguardia e il riconoscimento reciproco di tutti i prodotti qualitativamente, storicamente e culturalmente riconosciuti e che rappresentano la speranza di rinascita e crescita sostenibile dei territori”.

Questo è quello che scrivevo esattamente un anno fa quando in parlamento arrivò la proposta della Commissione Juncker per il riconoscimento e la protezione reciproca tra 100 IGP europee e altrettanti cinesi. Non è cambiato niente!
A proporre le IGP sono gli stati membri, mentre la Commissione europea fa una cernita e sintesi. Nell’accordo Ue – Cina, Italia e Francia sono primi a pari merito per numero di IGP. La logica che sta dietro la scelta dei prodotti IGP da proteggere e sempre la stessa, si considera solamente il valore di esportazione e quelli con un consorzio “potente”.
Il risultato di questa logica è che dei 26 prodotti IGP italiani nella lista soltanto uno e mezzo (se consideriamo il pecorino romano fatto con latte di pecora sardo) rappresentano i prodotti del meridione. Addirittura, nessun prodotto IGP siciliano.
Eppure, ho pensato che doveva pur esserci una logica diversa dal valore dell’export, per indicare i prodotti IGP da tutelare nei vari accordi commerciali (stessa cosa successe per il Giappone ed altri). Pertanto, approfondendo la questione e parlando con gli operatori del settore, sono andato a consultare le relazioni dell’Ismea e di Authentico proprio sulle IGP e sul loro valore in relazione alla ricaduta sulla società, sul territorio e sull’economia reale di ogni regione.
L’Italia conferma la propria leadership assoluta, con 309 prodotti del settore agroalimentare nel registro Europeo (171 DOP, 135 IGP, 3 STG): nei fatti, il 21% dei prodotti Food DOP IGP STG è made in Italy. Seguono la Francia con 256 prodotti, la Spagna con 202, il Portogallo con 140 e la Grecia con 113 prodotti. I prodotti Food registrati nel corso del 2020 sono 34 in tutto (al 22/10/2020): anche qui l’Italia è prima per numero di nuove registrazioni (+9), seguita da Francia (+5), Spagna, Grecia e Croazia (+4), Ungheria (+3), Polonia (+2), Portogallo e Cipro (+1), a cui si aggiunge la registrazione di un prodotto DOP in Turchia (+1).


Ad esempio, la Regione siciliana è la 5° regione italiana per numero di prodotti registrati, oltre 60, e la nona a livello nazionale come impatto sul territorio.


Tutte le regioni italiane hanno una ricaduta economica dovuta alle filiere IG Food e/o Wine: un sistema che caratterizza tutto il Paese anche se la concentrazione del valore è forte in alcune realtà in termini monetari, ma se andiamo ad osservare e ragionare sui dati dell’impatto nelle varie regioni notiamo delle variazioni a doppia cifra nei paesi del meridione con punte di oltre il 50% in un solo anno.


In Provincia di Trapani il comparto del Vino certificato impatta sul territorio per il 50%, oltre 280 milioni di euro nel 2018, o come in Sardegna dove settore del formaggio ha un notevole impatto economico sul territorio.


Ecco perché ritengo che non sia corretto rappresentare e proteggere negli accordi internazionale di libero scambio che conclude l’Europa non si debba tenere esclusivamente del valore dell’export o della produzione, ma anche e soprattutto dell’impatto e del valore sociale e territoriale nelle altre regioni.
L’altra ragione che viene sostenuta per avvalorare la logica del valore dell’esportazione è la piaga della contraffazione e imitazione dei prodotti italiani all’estero. Anche qui molte leggende, secondo una inchiesta di Authentico “Quando si parla di Italian Sounding si riportano sempre i casi di imitazione o contraffazione più noti, come il Parmesan o il Chianti, la Zottarella o le conserve di pomodoro. Pochi sanno, ad esempio, che il record dell’export agroalimentare lo registrano i dolci, il cioccolato, il caffè che, assieme a spezie e sughi pronti, sono i portabandiera del cibo italiano all’estero, con 6,7 miliardi di euro di fatturato (+8,6% rispetto al 2015).
Poi ci sono i vini, con 6 miliardi circa (+6,4%). “Solo” al terzo posto pane, pasta e farinacei con 3,7 miliardi di euro (+4,2%). E infine prodotti non lavorati da colture permanenti (tra cui uva, agrumi) con 3,5 miliardi (+4,2%), frutta e ortaggi lavorati e conservati con 3,4 miliardi di euro (+0,9%).”
Ma se un consorzio come i noti salumifici italiani o i produttori di formaggio come il parmigiano reggiano o il grana Padano hanno volumi di affari di miliardi di euro, finanziamenti e risorse (europee, nazionali e regionali) per la promozione nel mondo e il contrasto alla contraffazione (addirittura nell’attuale spot ci si vanta anche che è il “più imitato al mondo”) . Ad esempio, non riesco a capire come mai si è deciso di salvaguardare l’interesse dell’aceto balsamico di Modena e non il vino Terre siciliane IGP che è al 5° posto nella classifica dei vini per valore di produzione.


Non riesco a comprendere come i produttori di pomodori IGP, di pistacchio di Bronte, delle arance Igp o dell’Olio Evo, con un valore e mercato in crescita potranno difendersi da una eventuale aggressione commerciale?
In conclusione, ritengo sbagliato e sbilanciato il metodo scelto per la selezione dei prodotti IGP da proteggere e tutelare con la Cina. Verrebbe da pensare che la logica e i parametri scelti per garantire e promuovere le produzioni IGP del made in Padania, altro che Made in Italy (a meno che non si dichiari esplicitamente che c’è una Italia che dece produrre e l’altra che deve consumare).


Sono 26 le IG italiane protette dall’accordo. Questa la lista completa dei prodotti italiani che rientrano nell’accordo: Aceto balsamico di Modena IGP, Asiago DOP, Asti DOP, Barbaresco DOP, Bardolino superiore DOP, Barolo DOP, Brachetto d’Acqui DOP, Bresaola della Valtellina IGP, Brunello di Montalcino DOP, Chianti DOP, Conegliano-Valdobbiadene Prosecco DOP, Dolcetto d’Alba DOP, Franciacorta DOP, Gorgonzola DOP, Grana Padano DOP, Grappa IG, Montepulciano d’Abruzzo DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Pecorino Romano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Soave DOP, Taleggio DOP, Toscano IGP, Vino Nobile di Montepulciano DOP.
Con il consenso del Parlamento, il Consiglio deve ora adottare l’accordo in modo che possa entrare in vigore all’inizio del 2021. La Commissione Europea prevede che l’accordo entrerà in vigore a gennaio 2021.

Link per approfondire:

https://www.qualivita.it/attivita/rapporto-qualivita-ismea-2019-2/

https://www.authentico-ita.org/italian-sounding-fake-piu-noti-oscurano-diffusione-fenomeno/

https://www.authentico-ita.org/prodotti-dop-igp-valore-produzione-supera-152-miliardi-euro/

http://www.ignaziocorrao.it/sullaccordo-eu-cina-il-mezzogiorno-ha-poco-da-festeggiare/

CONSULTA L’ELENCO DELLE IG EUROPEE PROTETTE

https://www.qualivita.it/wp-content/uploads/2020/11/100-IG-EUROPEE-ACCORDO-UE-CINA.pdf 

CONSULTA L’ELENCO DELLE IG CINESI PROTETTE

https://www.qualivita.it/wp-content/uploads/2020/11/100-IG-CINESI-ACCORDO-UE-CINA.pdf

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Fonte Ignazio Corrao

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