Catene di Montaggio automatiche: le persone non servono

Tempo di lettura: 3 minuti

di Beppe Grillo – Quando immaginiamo i processi produttivi, pensiamo a persone che con le loro mani costruiscono qualcosa, fanno qualcosa, la creano nel vero senso della parola. Sebbene questa idea ora sia rilegata solo all’artigianato tradizionale e al lusso di alta gamma che fa del “fatto a mano” un’ icona di stile, le cose potrebbero cambiare.

Il “fatto a mano” che oggi è segno distintivo di unicità, diventerà a breve segno di qualcosa di fatto male, di non preciso, di proveniente da zone povere e di qualità scadente.

Il perché è molto semplice. L’automazione sta cambiando il modo in cui percepiamo il mondo. Ne cambia la velocità, le possibilità. I robot, nello specifico quelli “industriali” sono così presenti nella nostra vita, da poter affermare che la moderna industria non ne può fare a meno.

Lo scorso anno sono stati venduti ben 380.000 bot (così vengono chiamati i sistemi robotizzati utilizzati per la produzione). Rispetto al 2016 c’è stato un incremento del 30%.

In media ogni bot toglie da 4 a 6 posti di lavoro. Vuol dire che i posti di lavoro andati in fumo o mai creati, sono tra il 1.500.000 e gli oltre 2 milioni.

Ma a spaventare non è tanto questo. Quanto che i paesi che ne hanno beneficiato di più, sono quelli a cui noi attribuiamo una gran forza lavoro umana. Oltre un terzo dei robot industriali acquistati lo scorso anno sono stati installati in Cina.

L’Asia è al primo posto senza alcun rivale. La Cina ha avuto un aumento massiccio di bot utilizzati nelle aziende. Un aumento del 58% di robot industriali acquistati. Arrivando a 138.000 installati nel 2017. L’india ne ha installati altri 60.000. La Corea del Sud, che ha una maggiore densità di robot rispetto a qualsiasi altro paese, ha acquistato l’anno scorso 40.000 nuovi bot.

Che cosa ne è degli Stati Uniti? Gli Stati Uniti hanno installato molto meno dei competitor, circa 33.000 robot. Solo un 6% di aumento rispetto al 2016. E anche questa piccola quantità ha già influenzato pesantemente la politica americana.

Questi numeri mostrano che la Cina sta investendo molto di più nell’automazione rispetto agli Stati Uniti e all’Europa intera, e non sta rallentando. La Cina e tutta l’Asia stanno premendo sull’acceleratore. Taiwan è cresciuta del 15%, India +26%, Tailandia +19%. Tant’è che nel 2018 la Cina supererà l’America in quanto a numero totale di robot installati.

Per farvi capire le dimensioni dello spostamento dell’intera produzione, gli Stati Uniti avranno nel 2018 circa 300.000 robot installati, la Cina 400.000 e le 5 maggiori economie europee (tutte insieme) arriva a 340.000. Nel nostro paese fino al 2014 c’erano circa 5000 unità, oggi forse arriviamo a 10.000.

Capite che su questo terreno non abbiamo scampo. Per quanto ogni agenzia rilasci numeri leggermente diversi, è palese che presto la produzione di TUTTO quello che si produrrà, sarà “Madebot”.

Questo appare ancora più chiaro guardando il numero di sostituzione del lavoro umano. La Cina è il più grande mercato per la vendita di bot industriali, ma è una gara al recupero. Hanno iniziato tardi ed oggi sono già i primi al mondo. Ma quello che ci aspetta è davvero inquietante.

Per fare un confronto, attualmente la Cina ha 30 bot installati ogni 10.000 dipendenti (per lo più nelle industrie manifatturiere). La densità della Germania è dieci volte più alta, in Giappone addirittura undici volte più alta. In Nord America la densità robotica è cinque volte più alta di quella della Cina.

L’Asia, con la Cina in testa, e seguita dall’India, al massimo in due-tre anni avrà triplicato o quadruplicato il numero di bot installati, creando la prima e vera forza lavoro non umana di massa della storia. Chissà se allora servirà un sindacato. Sulla produzione su scala nessuno avrà scampo. L’Italia con i suoi miseri numeri non potrà minimamente competere, se non per qualche caso di eccellenza. L’unica economia “perpetua” è quella delle idee.

E fortunatamente la creatività non ci manca. E’ semplice da capire. Un reddito universale base, uguale per tutti e per diritto di nascita, sarà tra pochi anni non solo necessario, ma riconosciuto come un diritto inalienabile dell’uomo.

Leggi Tutto

Fonte Il Blog di Beppe Grillo

Powered by WPeMatico

Commenti da Facebook
(Visited 33 times, 1 visits today)
Vai alla barra degli strumenti