Con l’Autonomia differenziata si ampliano le disuguaglianze sociali tra territori

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Di Roberto Gravina, Consigliere regionale in Molise e coordinatore del comitato Enti locali

Con il disegno di legge sull’autonomia differenziata approvato ieri dal Senato, il governo Meloni ha dato il via a un progetto di sgretolamento della coesione sociale del Paese, con il sostegno della classe politica di centrodestra sui territori regionali, da Nord a Sud.

Proprio partiti come Fratelli d’Italia e Forza Italia, con i loro rappresentanti in Parlamento e con i loro rappresentanti sui territori, saranno chiamati a spiegare, con coscienza, come intendono garantire ai cittadini italiani i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi in ambiti fondamentali come la sanità, la scuola o i trasporti solo per fare un esempio.

Il disegno di legge Calderoli, infatti, getta le premesse per accrescere ulteriormente le differenze tra Regioni del Nord e Regioni del Sud, lo fa e lo rivendica in maniera chiara, sancendo la fine del concetto di solidarietà tra regioni, spaccando volutamente il nostro paese.

Del resto, questo Governo nazionale di centrodestra, proprio con l’ultima legge di bilancio, ha provveduto a tagliare circa 3,7 miliardi di euro destinati al Sud, svuotando di fatto il fondo perequativo infrastrutturale che sarebbe servito a finanziare fino al 2033 una serie di lavori a favore di necessari miglioramenti infrastrutturali di vario tipo, dalla sanità ai trasporti, alla scuola, nell’indifferenza dei partiti di centrodestra e dei loro rappresentanti sui territori.

Con il disegno di legge del leghista Calderoli sull’autonomia differenziata approvato dal Senato, le disuguaglianze oggi esistenti tra cittadini che fruiscono di certi servizi, a un certo livello, e cittadini destinati a non beneficiarne o a beneficiarne in termini del tutto insufficienti, aumenteranno, andando ad incidere direttamente sulla quotidianità delle persone, sul modo in cui potremmo curarci o meno, sui trasporti, sulla ricerca, sull’energia, su credito e risparmio.

Il centrodestra al Governo non ha voluto comprendere un concetto molto semplice, ovvero che non è percorribile alcun progetto di autonomia se prima non vengono definiti i Lep, ovvero i Livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, come ad esempio quello sanitario, da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, così come stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, e le loro fonti di finanziamento.

Una riforma nata male e anacronistica, quella disegnata da Calderoli, visto che risale ad oltre venti anni fa la riscrittura del titolo V. Oggi, essendosi ulteriormente ampliato il divario nord/sud, appare assurdo dover discutere di autonomia differenziata laddove l’impoverimento e la desertificazione di alcuni territori, avrebbe dovuto indurre ben altre scelte. Una riforma miope che non comprende come nessuno si può avvantaggiare di correre da solo se il resto del paese arranca.

Partiti come Fratelli d’Italia e Forza Italia, entrambi contraddistinti nei propri simboli dal richiamo all’Italia e alla sua unità, dovrebbero sapere che viviamo in una nazione, in una patria che è una e indivisibile e che dovrebbe marciare in modo coeso. Invece, beffandosi dei propri elettori, saranno ricordati come i lacchè di Salvini &Co.

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Fonte Movimento 5 Stelle

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