Crescita popolazione: saremo in “overbooking”?

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Oltre all’inquinamento e al cambiamento climatico, c’è un altro problema che molti reputano imminente: la crescita della popolazione terrestre.

Ma la domanda è semplice: arriverà il giorno in cui saremo troppi su questo pianeta?

Nutrire 9 miliardi di persone richiederà più cibo di quanto non sia stato mai prodotto. E sarà molto più difficile sfamare 9 miliardi di persone nel 2050 di quanto non lo sarebbe oggi.

Secondo il WWF, il grande problema è ambientale, con la distruzione di habitat naturali e vegetali. Gran parte della devastazione è dovuta alle esigenze di una popolazione umana in continua crescita. D’altra parte, “Fame zero” è il secondo obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e la sfida è quella di soddisfare una domanda alimentare mondiale sempre in crescita.

Infatti la popolazione mondiale potrebbe arrivare dagli attuali 7,6 miliardi a circa nove miliardi in pochi anni. In futuro una persona media richiederà più cibo di oggi. I cambiamenti nelle abitudini alimentari, l’atteggiamento nei confronti dello spreco alimentare, l’aumento dell’altezza e della massa corporea sono alcune delle ragioni.

Le persone stanno cambiando e lo fanno velocemente. Il professor Daniel B. Müller e i colleghi Felipe Vásquez e Vita, hanno analizzato i cambiamenti nelle popolazioni di 186 paesi tra il 1975 e il 2014. Quello che ne è venuto fuori è sbalorditivo.

“Abbiamo studiato gli effetti di due fenomeni: uno è che le persone in media sono diventate più alte e più pesanti, il secondo è che la popolazione media sta invecchiando”, ha detto Vita.

Il primo fenomeno contribuisce all’aumento della domanda di cibo. Il secondo lo riduce. Un adulto medio nel 2014 era il 14% più pesante, circa l’1,3% più alto, il 6,2% più anziano e aveva bisogno del 6,1% di energia in più rispetto al 1975. “Un adulto medio globale ha consumato 2465 kilocalorie al giorno nel 1975. Nel 2014, l’adulto medio ha consumato 2615 kilocalorie”, afferma Vita. A livello individuale è un cambiamento importante, ma non incide così tanto. Ma a livello globale, è diverso. Tutti noi insieme abbiamo aumentato il consumo di cibo del 129% dal 1975 al 2014. É vero che le persone anziane consumano meno cibo, ma solo il 2% in meno.

Inoltre esistono notevoli variazioni tra i paesi.

L’aumento di peso per persona dal 1975 al 2014 è variato dal 6 al 33% e l’aumento del fabbisogno energetico è variato dallo 0,9 al 16%. Una persona media di Tonga pesa 93 chili. Un vietnamita medio pesa 52 chili. Ciò significa che le persone Tonga hanno bisogno di 800 kilocalorie in più al giorno.

Alcuni paesi stanno cambiando rapidamente. A Saint Lucia nei Caraibi, il peso medio è passato da 62 chili nel 1975 a 82 chili 40 anni dopo.

Ma perché nessuno lo aveva notato prima? Molti studi passati hanno riportato cifre sbagliate. La maggior parte degli studi stimano che le esigenze alimentari di un adulto medio rimangono costanti nel tempo e abbastanza simili tra le nazioni. Ma non è così.

“Precedenti studi non hanno tenuto conto delle crescenti richieste fatte da individui più alti e pesanti e di società più anziane, nel calcolo delle future esigenze alimentari di una popolazione in crescita”, ha affermato Vásquez.

Cosa possiamo fare? Vásquez e Vita affermano che dobbiamo conoscere qualcosa di più del numero di persone in un’area per capire i meccanismi che stanno dietro al loro consumo. Ciò richiede un approccio multidisciplinare che consideri sia fattori sociali che fisiologici.

É ovvio che andando avanti di questo passo sarà difficile colmare le differenze alimentari che già segnano le varie nazioni. Ma presto il problema diverrà troppo evidente per essere ignorato.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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