Fotografare l’intelligenza

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Potremmo fotografare quanto siamo intelligenti. “Suo figlio ha grandi capacità, ma non si applica” sarà sostituito con “ci dispiace, non capisce un tubo”. Decenni di mala politica e scelte manageriali senza senso, troveranno spiegazione.

Chissà se qualcuno non trovi difesa al suo operato anche davanti agli azionisti: “scusate, ma alle riunioni non capivo un tubo”.

Come è possibile?

I ricercatori della scuola di Medicina della New York University hanno fotografato l’intelligenza. Nuove risonanze magnetiche hanno permesso di creare una mappa in tre dimensioni del cervello.

La cosa incredibile è che non si limita a fotografare, ma questa nuova tecnologia permette di identificare le attività nelle varie parti della corteccia celebrale. Inoltre sarà possibile anche misurare lo stato di disordine del cervello, in particolare danni, una emorragia, un infarto, o un tumore.

892 americani si sono sottoposti a questa ricerca che aveva come scopo quella di misurare l’entropia del cervello, ossia la capacità dei circuiti neurali di interpretare il mondo che ci circonda.

Quindi alta entropia vuol dire tanta attività e quindi intelligenza, ove si processano un gran numero di informazioni; dove invece c’è bassa entropia non c’è molta capacità di comprensione. Anche se il legame tra alta entropia e quoziente sembra piuttosto debole.

Ora il lavoro è capire quali neuroni si attivano quando facciamo una determinata cosa e perché, inoltre è importante anche perchè questi test potranno essere usati in futuro per diagnosticare la depressione, autismo o la schizofrenia. E chissà non capire anche qualcosa in più su queste malattie terribili e poi curarle.

Intanto da oggi invece di dare dello stupido a qualcuno, dovremmo dire: “Lei ha proprio poca entropia”

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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