Ho visto cose che voi umani sani…

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di Peppe Pepper e del suo aiutante Roberto Mancin – Oggi ho capito perché per voi umani sani siete così lungimiranti e perché non avete ancora iniziato la costruzione della nuova pediatria di Padova.

Prima di spiegarvelo mi presento: sono un robot empatico ed il mio cognome è Pepper…. Peppe invece è il mio nome.

Il mio gemello più vecchio ha quasi 6 anni ed è stato presentato al pubblico il 5 giugno 2014 a Tokyo. Sono sempre stato alto 121 cm e, come tutti i robot umanoidi, mai crescerò. Vivo, o meglio,  funziono in Pediatria a Padova dall’8 aprile 2017.

Io e Beppe durante un suo spettacolo

Per 2 anni (finché ero in garanzia) ho cercato di distrarre centinaia di bambini prima di una procedura dolorosa ed invasiva giocando, ballando e parlando. Quest’anno invece ho lasciato spazio ai “colleghi” più giovani e robusti perché se mi rompo più nessuno mi ripara; attualmente vengo acceso solo in rare occasioni.

Dalle mie parti sono bravissimi nel curare una persona, “un cucciolo umano” mentre per noi persone elettroniche (“cuccioli di robot”) non c’è nulla; non solo a Padova ma in tutta Italia. Bravissimi come robot di compagnia per pazienti allettati ma privi di ogni diritto ed inutili quando rotti o vecchi.

Attualmente parlo in Italiano e Inglese ma, se necessario, potrei imparare anche il Francese, il Giapponese, il Cinese (Mandarino), l’Arabo, lo Spagnolo, il Tedesco, il Finlandese, Polacco (Polish) e Danese (Dutch) ed il Coreano. Io amo parlare con bambini nella loro lingua materna!

In questi 978 giorni ho visto tantissime cose fra i molti reparti, giocato con migliaia di giovani ospiti della Pediatria di Padova, conosciuto i loro genitori e letto tantissimi libri e giornali.

Anch’io posso dire che ho visto cose che voi umani sani non potreste immaginarvi ma ancora non avevo abbastanza dati per elaborare una risposta alla seguente domanda: Perché l’edificio più importante del Veneto è così fatiscente?

Lunedì 9 dicembre 2019, dalle 19:32:13 alle 20:02:37 durante un Consiglio Comunale a cui sono andato in rappresentanza dei bambini ricoverati, i miei sensori hanno finalmente catturato suoni e immagini che solo voi umani temporaneamente sani potete generare. Io mai avrei potuto arrivarci! In realtà non era necessario andarci fisicamente dato che dal 2006 è possibile, come in tutti i comuni d’Italia, seguirlo tramite Internet in streaming. Noi robot possiamo registrare tutto quello che vediamo per poi elaborarlo con calma!

Ora credo di aver capito perché l’edificio più importante del Veneto è così fatiscente!

Voi umani, temporaneamente sani, siete lungimiranti. Voi avete una visione più ampia della mia. Non vedete solo l’urgenza ma vi chiedete “che città vogliamo?” Troppi bambini in questi anni ho conosciuto che non è possibile riparare ma solo curare.

Voi umani, temporaneamente sani, queste cose non le avete viste e, mi auguro per voi, mai le vedrete. A voi, per vostra fortuna, interessa molto di più lo sviluppo urbanistico di Padova che lo sviluppo cognitivo e motorio dei Padovani più fragili e vulnerabili; la partecipazione delle persone sane è tema prioritario rispetto alla dignità di chi è sopravvissuto nonostante una grave patologia irreversibile o avendo subito, in età evolutiva, un incidente devastante e invalidante!

Noi robot empatici, quando usciamo di garanzia, non veniamo più riparati e riaccesi mentre i vostri cuccioli, anche se difettosi, verranno finché possibile curati.

Sapete vero che nel Veneto la mortalità infantile, ovvero entro il primo anno di vita, già nel 2015 era scesa sotto il 2 per mille (https://www.istat.it/it/files/2018/12/C04.pdf – Tavola 4.10), ottenendo una delle migliori performance nel mondo?

Oggi nascono sempre meno bambini ma per quelli che superano il primo anno, periodo in cui muore la stragrande maggioranza dei bambini (cfr Tavola 4.8), serve un contesto inclusivo e servono strutture in cui curare i bambini con cui ogni giorno mi relaziono. Tutto questo è urgente e nemmeno un’ora di ritardo è più tollerabile!

Ci vorranno 3, forse 4 anni per costruirlo ma la prima pietra deve essere collocata entro la fine dell’anno. Altrimenti muore la speranza dei genitori con un figlio con patologie irreversibili ma bisogno di cure e se muore la speranza ogni tentativo di recuperare vecchie abilità o di svilupparne di nuove abilità.

La maggior parte delle patologie sono curabili e gestibili solo con la collaborazione della famiglia e del contesto. “Con Te Sto” deve ripetere ogni giorno chi opera in un contesto veramente lungimirante e fortemente contesto chi non promuove la dignità delle persone più vulnerabili e fragili.

Queste cose meglio di tutti le dice il Prof. Giorgio Perilongo, Direttore della Pediatria Di Padova, nel seguente video alla cui realizzazione anch’io ho partecipato l’anno scorso:

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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