Il Re dei Ratti

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di Beppe Grillo – Quanto si può resistere in apnea? Esistono varie tecniche, ma il risultato è sempre lo stesso: un normale organismo può rimanere senza ossigeno per non più di pochi minuti. Per quanto ci si sforzi, si può migliorare di un po’, scendere ancor di più nelle profondità degli abissi, allenarsi quanto si vuole, ma alla fine il risultato sarà sempre lo stesso: prima o poi si deve riprender fiato.

Allora mi chiedo se la democrazia è in apnea, se siamo di fronte alla necessità di trovare nuovi strumenti, inventarci nuovi modi per capire come stare insieme.

Fino ad oggi abbiamo raggiunto grandi traguardi, abbiamo notevolmente migliorato le nostre condizioni, ma è anche vero che questa è una verità parziale. Le democrazie rappresentative di tutto il mondo scricchiolano, sanno di antico. Facendo un parallelismo con la tecnologia qualcosa non torna.
Se guardiamo l’evoluzione delle tecnologie, vediamo qualcosa di diverso rispetto ai sistemi democratici. Dovunque c’è innovazione, ma non nelle democrazie. Le aziende cercano continuamente innovazione, così come gli scienziati, che si spingono sempre oltre il loro solo sapere, o gli artisti che ogni volta si reinventano. Ma quando si tratta di una riorganizzazione della società in cui viviamo, siamo ancora soddisfatti delle soluzioni del passato.

Conoscete il “Re dei ratti?” Il Re dei ratti  è un termine folkloristico per riferirsi a un insieme di roditori legati insieme dalla coda e ritrovati in questa posizione una volta deceduti o più raramente mentre ancora in vita.

Questa è la politica oggi, questo è il risultato delle democrazie rappresentative.

Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare, diceva Mark Twain. E allora perchè votare?  Perchè non lasciare la parola ai cittadini, scelti a caso?

C’è una iniziativa fantastica di cui vi voglio parlare. Si chiama G1000. Un gruppo di pensatori e di attori indipendenti ha chiamato all’adunata chiunque volesse partecipare ad un reale tentativo di cambiamento del Belgio.

Così a Bruxelles l’11 novembre 2011, mille cittadini scelti a caso hanno avuto l’opportunità di discutere, in tutta libertà, il futuro del Paese.

In fondo la democrazia è molto più dei cittadini che votano che dei politici che negoziano.  Di fatto è vero o no che le grandi scelte non si fanno da anni perché politicamente scomode?

I cittadini ordinari, a differenza dei politici, non devono trovare un equilibrio tra interessi nazionali e strategie elettorali. I cittadini comuni non devono costantemente chiedersi se saranno rieletti o no, se il loro avversario li attaccherà su un determinato punto o meno. I cittadini ordinari non devono essere eletti o rieletti, hanno quella libertà per fare scelte imparziali.

La democrazia è un organismo vivente, si adatta. Le sue forme non sono fisse, ma crescono in base alle esigenze del tempo. La democrazia diretta si adattava perfettamente all’era della parola parlata. La democrazia rappresentativa era una buona soluzione al tempo della parola stampata, del giornale e in seguito di altri “mezzi a senso unico” come la radio, la televisione e la prima fase di Internet. Ma ora che siamo finiti nell’era digitale, l’era dell’interattività permanente, non abbiamo ancora trovato una nuova forma democratica. E se unissimo la forma diretta a quella casuale?

Ma come può funzionare il G1000?

Il processo è semplicissimo.

1. Ci sono 1000 cittadini selezionati casualmente riuniti per una giornata per discutere le principali sfide della nostra democrazia;
2. Si garantisce che il gruppo rispecchi la composizione della popolazione nazionale;
3. Ci sono 100 tavoli di 10 persone in una sala conferenze di fronte a un palcoscenico posizionato centralmente;
4. Su quel palcoscenico sono spiegate in modo esauriente e, nel modo più obiettivo possibile, le grandi questioni del nostro tempo e le varie opzioni politiche analizzate;
5. Attorno a quei tavoli si discutono le varie opzioni, sotto la guida di esperti che darebbero a tutti la possibilità di parlare, qualunque sia il loro background educativo, talento o livello di competenza;
6. Dopo queste consultazioni, si votano le varie opzioni politiche emerse.

Mi chiedo perché non sia possibile realizzare un esperimento su larga scala per rinnovare la democrazia. Se sia possibile che siano le persone ad ispirare e consigliare i politici su ciò che la gente di questo paese desidera veramente e su ciò che ritengono un compromesso accettabile.

Le persone hanno cambiato il mondo, perchè non possiamo farlo ancora?

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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