In Brasile, grazie all’introduzione del salario minimo, c’è meno disuguaglianza. A evidenziarlo è un articolo dello scorso dice…

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In Brasile, grazie all’introduzione del salario minimo, c’è meno disuguaglianza.

A evidenziarlo è un articolo dello scorso dicembre, pubblicato sulla American Economic Review, che afferma che l’aumento del 128% del salario minimo reale in Brasile tra 1996 e 2018 ha determinato il 45% del forte calo nella disuguaglianza salariale registrato nello stesso periodo.

L’aumento del salario minimo ha avuto addirittura effetti positivi anche sulle fasce salariali più alte: chi offriva stipendi sopra il minimo, infatti, li ha alzati per mantenere il proprio posizionamento.

Non c’è stato aumento della disoccupazione, bensì un effetto trasferimento: le aziende a bassa produttività, i cui margini di profitto sono calati, hanno ridotto le ricerche di nuovi lavoratori facilitando il recruiting da parte delle concorrenti più produttive e in grado di pagare di più.

In Italia la maggioranza di governo osteggia questa misura di civiltà, criminalizzandola e affermando che causerebbe una restrizione dei diritti anziché un suo ampliamento. Noi ci chiediamo: perché in tutto il resto del mondo il salario minimo ha portato solo effetti positivi, allora?

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Fonte MoVimento 5 Stelle Europa on Facebook

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