La Francia a ferro e fuoco. I gilet gialli non arretrano di un passo. Ormai sono 7 settimane di battaglia e la protesta si estende a tutto il mondo… Ma per i nostri media tutto questo non esiste… Perché?

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gilet gialli

 

 

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La Francia a ferro e fuoco. I gilet gialli non arretrano di un passo. Ormai sono 7 settimane di battaglia e la protesta si estende a tutto il mondo… Ma per i nostri media tutto questo non esiste… Perché?

Tutti i Tg oggi parlavano della morte della donna che qualche tempo fa su ritrovata invasa dalle formiche mentre era intubata… Ma che cazzo di notizia è? Non è morta a seguito di quell’episodio (neanche i Tg l’hanno sostenuto), è un’anziana come tante tantissime altre che è morta per una patologia… Ma a chi vogliono prendere per il culo?

Perchè i Tg non ci parlano dei bambini massacrati in Yemen dagli arabi, utilizzando le armi che gli vendiamo NOI? Perchè non ci parlano dei crimini di guerra che gli israeliani commettono TUTTI I GIORNI in Palestina? Perchè non ci parlano delle torture e dei massacri commessi in Libia affinché a noi sia risparmiato il fastidio dello sbarco di qualche immigrato… E perchè non ci parlano dei Gilet Gialli?

Per il coglione che crede ancora a quello che trasmettono i Tg, la lotta dei gilet gialli è terminata da tempo… Oggi il dramma è la selezione dei big per il prossimo Sanremo…

Ma non è proprio così… Basta informarsi. E per informarsi è necessario spegnere la Tv…

1ª settimana: dal 17 al 23 novembre 2018

Le proteste hanno avuto inizio in Francia il 17 novembre 2018 verso le 7:30 con il blocco di diverse strade principali, e con una manifestazione vicino alla stazione metropolitana Porte Maillot. Nel corso di una manifestazione non dichiarata organizzata a Le Pont-de-Beauvoisin (Savoia), un automobilista disturbato dai blocchi stradali, ha tentato di forzarne uno investendo una manifestante di 63 anni, Chantal Mazet.

Nel pomeriggio del 17, diverse decine di manifestanti hanno marciato sugli Champs-Élysées dirigendosi verso il Palazzo dell’Eliseo, ma sono stati fermati dalla polizia a Place de la Concorde. A Troyes ed a Quimper un gruppo di circa 200 persone hanno fatto irruzione nel cortile delle rispettive prefetture, anche loro sono stati bloccati dalla polizia.

Il giorno seguente, il ministero dell’interno francese ha comunicato che i manifestanti sono stati 287 710, 1 morto, 409 feriti e 117 arresti.

Il 20 novembre si sono verificati scontri anche nell’isola della Riunione (DROM). È stato anche istituto un coprifuoco dalle 20 alle 6 dal 20 al 23 novembre.

Nell’isola sono state arrestate più di 650 persone, il presidente francese ha mobilitato truppe nell’isola per sedare le violenze.

Il 24 novembre in un parcheggio di un centro commerciale ad Angers, un gilet giallo ha minacciato di farsi esplodere se Emmanuel Macron non lo avesse ricevuto alll’Eliseo, dopo 6 ore di negoziazione l’uomo si arrese alle forze dell’ordine.

2ª settimana: dal 24 al 30 novembre 2018

Gli Champs-Élysées alla fine degli scontri del 24 novembre

Il 24 novembre, la polizia ha installato numerosi posti di blocco a Parigi, ma le forza dell’ordine non sono riuscite a bloccare gli 8000 manifestanti che sono riusciti ad entrare nella città. Hanno poi dato vita ad atti di guerriglia urbana, procurando incendi nelle vie, sradicando segnali stradali e semafori, costruendo barricate e lanciando sassi contro gli agenti antisommossa.

La polizia ha reagito con il lancio di lacrimogeni e l’utilizzo di idranti per disperdere i manifestanti.  In tutta la Francia sono stati registrati 166 301 manifestanti, 24 feriti e 101 arresti. I danni materiali sono stati stimati in 1,5 milioni di euro.

Nei giorni seguenti si sono registrati piccoli scontri con la polizia a Calais.

3ª settimana: dal 1ª al 7 dicembrE

Facciata di una banca vandalizzata nel XVII arrondissement di Parigi, il 1ª dicembre.

Il 1ª dicembre a Parigi si sono verificato diversi scontri con la polizia, più di 100 auto sono state date alle fiamme per bloccarne l’avanzata, l’Arco di Trionfo è stato vandalizzato con scritte ed insulti.

I CRS hanno lanciato più di 10 000 granate lacrimogene. Alla fine degli scontri si registrano 134 feriti di cui 23 agenti di polizia e 412 arresti.

Nella 3ª settimana protestarono 136 100 persone.

Il sindaco di Parigi ha stimato danni tra i 3 e i 4 milioni di euro.

Il 3 dicembre, il Ministero dell’Istruzione annuncia che più di 100 istituti superiori sono stati bloccati da studenti con i gilet gialli, 700 ragazzi sono stati arrestati in tutto il paese ma il caso più eclatante è stato l’arresto di 148 studenti di un istituto di Mantes-la-Jolie, inginocchiati per terra, con le mani dietro la testa e con fucili puntati; che ha suscitato l’indignazione di molti francesi sui social network. In realtà, l’operazione di Polizia si era resa necessaria per neutralizzare un consistente manipolo di facinorosi liceali, i quali, trovati in possesso di corpi contundenti atti ad offendere, si stavano predisponendo ad uno scontro con le Forze dell’ordine.

4ª settimana: dall’8 al 14 dicembre 2018

Manifestanti dopo un lancio di lacrimogeni.

Blocco stradale a Noirefontaine(Doubs).

L’8 dicembre il governo ha mobilitato oltre 89 000 agenti della Police Nationale e dodici Berliet VXB-170 blindati della Gendarmerie nationale[9]. Dopo un altro sabato di guerriglia in tutto il paese, il ministero dell’interno francese ha dichiarato che alle manifestazioni erano presenti 136 000 persone e sono stati eseguiti 1723 arresti (1080 solo a Parigi); i feriti invece sono 135.

5ª settimana: dal 15 al 21 dicembre 2018

La mobilitazione dell’atto V è stata più bassa rispetto alle altre manifestazioni, forse a causa dell’attentato di Strasburgo. Ci sono stati pochissimi scontri a Parigi dove sono scese in piazza circa 8000 persone.

6ª settimana: dal 22 al 28 dicembre 2018

Il 22 dicembre, secondo le cifre fornite dal Ministero degli Interni, la partecipazione risulta di 33.600 manifestanti, quasi il doppio rispetto alla settimana precedente.

I manifestanti hanno bloccato il traffico con la Svizzera a Cluse-et-Mijoux che sono stati dispersi dalla polizia dopo un’ora. Operazioni simili si sono svolte ai confinispagnoli, italiani, tedeschi e belgi. A Montélimar sono stati bloccati due magazzini di negozi online: EasyDis (Casino Group) e Amazon.

A Parigi ci sono stati scontri solo in serata; tre poliziotti in moto sono stati attaccati da una ventina di manifestanti radicali, nel momento in cui avevano girato in una via secondaria. Due agenti sono stati fatti cadere, mentre un poliziotto è stato colpito in faccia. I poliziotti si sono sentiti in una situazione di estremo pericolo per la loro incolumità: i dimostranti hanno tentato un linciaggio cercando di colpire i poliziotti più volte lanciando pietre ed oggetti contundenti. Gli agenti si sono difesi strenuamente con manganelli e bombolette lacrimogene, tuttavia, in un momento critico, uno di loro è stato costretto a tirar fuori la pistola dalla fondina e puntarla contro i dimostranti, che immediatamente si sono calmati. Alla fine i poliziotti sono riusciti a liberarsi dall’accerchiamento a bordo di due moto, lasciandone una per strada.

In tutto il paese vengono arrestate 220 persone, di cui 142 a Parigi, tra cui Éric Drouet portavoce dei gilet gialli.

Come siamo messi nel resto del mondo:

 Belgio

Bandiere della Normandia durante le proteste del dicembre 2018

Si sono verificati alcuni scontri il 30 novembre a Bruxelles in Belgio, dove alcuni poliziotti sono stati attaccati con lancio di pietre da alcune persone appartenenti ai gilet gialli, 60 persone sono state arrestate per disturbo alla quiete pubblica. Sono state date alle fiamme anche 2 furgoni della polizia belga.

Molti depositi di carburante sono stati bloccati in Vallonia il 16 novembre 2018.

Alcuni manifestanti a Bruxelles

L’8 dicembre un gruppo di gilet gialli ha tentato di entrare nel parlamento europeo, ma sono stati fermati da lacrimogeni, spray urticanti ed idranti. Negli scontri 50 persone vengono arrestate.

 Germania

Il 1° dicembre, alcuni manifestazioni hanno protestato contro la politica fiscale e di immigrazione di Angela Merkel.

Paesi Bassi

Il 1º dicembre, un piccolo gruppo di gilet gialli ha protestato pacificamente in alcune città del paese.

 Bulgaria

Il 4 dicembre ci sono state alcune manifestazioni nel paese. I gilet gialli hanno bloccato le principali strade e le frontiere per protestare contro il rialzo dei prezzi del carburante.

 Serbia

In Serbia, come in Bulgaria, ci sono state manifestazioni pacifiche nello stesso giorno.

 Croazia

Il 15 dicembre 2018, “Yellow Vests Croatia” ha organizzato alcune manifestazioni pacifiche a Zagabria, Pola e Fiume.

 Regno Unito

Il 15 dicembre un gruppo di 60 manifestanti hanno protestato nel ponte di Westminster chiedendo le dimissioni di Theresa May e accelerare la Brexit.

 Svezia

Il 9 dicembre mille gilet gialli si sono presentati davanti al parlamento a Stoccolma protestando contro l’immigrazione e la povertà crescente.

Polonia

Il 12 Dicembre 2018, un gruppo di agricoltori ha bloccato l’autostrada A2 a 30 chilometri da Varsavia, contro gli insufficienti controlli sulle importazioni di carne di maiale, a seguito di un’epidemia di febbre suina.

Portogallo

Il 21 dicembre alcuni gilet gialli hanno protestato nelle maggiori città del paese nonostante le imponenti misure di sicurezza predisposte dalle forze dell’ordine, contro il governo; 3 persone sono state arrestate.

Italia

Il 15 dicembre gilet gialli hanno manifestato per le strade di Roma per chiedere maggiori diritti per i migranti. Alcune migliaia di persone si sono date appuntamento a Piazza della Repubblica e hanno sfilato con i gilet addosso.

Andorra

Da inizio novembre del 2018 anche nel microstato si sono verificate manifestazioni a causa della crisi politica tra il Governo ed i cittadini per la crisi economica e per l’aumento delle tasse. I gilet gialli hanno bloccato i confini verso la Francia per Tolosa e verso la Spagna ai confini dei Pirenei

 Iraq

Il 5 dicembre si sono verificate manifestazioni pacifiche a Bassora, Iraq, ispirate al movimento francese.

 Israele

Diverse centinaia di persone hanno manifestato a Tel Aviv contro il carovita, il 15 dicembre. Fra le loro richieste vi è l’abolizione di una serie di monopoli, in modo da favorire la concorrenza e abbassare i prezzi.

 Canada

Il 21 dicembre sono scesi in piazza alcuni manifestanti soprattutto lavoratori del settore petrolifero, in crisi per le nuove tasse federali e per alcuni progetti di oleodotti in stallo.

 Taiwan

Il 22 dicembre, 10 mila persone hanno manifestato per chiedere al governo la riduzione delle tasse, un sistema fiscale più trasparente e salari adeguati. Il 29 dicembre migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sede del Ministero delle Finanze della capitale Taipei.

 Giordania

Alcuni manifestanti anno protestato vicino alla capitale Amman contro la situazione economica del paese.

 Algeria

L’11 dicembre gilet gialli hanno protestato a Béjaïa.

Tunisia

Il 15 dicembre è stata annunciata la nascita di un movimento di protesta simile ai gilet gialli chiamato “Gilet rossi”, che promette manifestazioni civili e pacifiche contro il carovita. La mobilitazione, iniziata a novembre su Facebook, ha messo in allarme le autorità che hanno sequestrato, il giorno precedente, un ingente numero di giubbotti, sia rossi che gialli, in un magazzino di Sfax.

 Egitto

Per evitare proteste simili a quelle francesi, il governo ha vietato la vendita di giubbotti gialli

 Rep. Centrafricana

Gilet gialli sono stati avvistati a Bangui, capitale del paese, dove circa 300 persone sono scese in piazza a protestare. I manifestanti protestano contro l’utilizzo del Franco CFA.

 Libano

Più di mille manifestanti, alcuni vestiti con gilet gialli, sono scesi nelle strade di Beirut il 23 dicembre 2018 per protestare contro la crisi socio-economica del paese.

 

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Fonte Il Fastidioso

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