La metà delle spiagge del mondo potrebbe scomparire entro il 2100

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Se non si fa nulla per ridurre le emissioni di gas serra, l’innalzamento del livello del mare potrebbe ingoiare quasi la metà delle spiagge del mondo entro il 2100.

E’ l’allarmante conclusione di uno studio pubblicato su Nature Climate Change dal Centro di Ricerca dell’Unione europea, che segna la prima valutazione mondiale del futuro delle coste sabbiose.

“Ciò che scopriamo è che entro la fine del secolo circa la metà delle spiagge del mondo subirà un’erosione di oltre 100 metri”, ha annunciato l’autore principale Michalis Vousdoukas.

Ciò danneggerebbe la fauna selvatica e potrebbe essere un duro colpo per le comunità costiere, che grazie alle spiagge si proteggono dalle inondazioni costiere e dalle mareggiate, nonchè porterebbe ad una perdita di turismo.

I ricercatori hanno esaminato 35 anni di dati satellitari costieri e li hanno combinati con 82 anni di previsioni sul clima e sul livello del mare. Hanno anche modellato più di 100 milioni di tempeste per misurare l’erosione. Hanno quindi valutato cosa sarebbe successo alle spiagge del mondo in due diversi scenari di cambiamento climatico. Nello scenario peggiore, noto come RCP8.5, le emissioni di gas serra continuerebbero senza controllo o si verificherebbero cicli di rilascio del metano artico, aumentando il riscaldamento. Secondo quello scenario, il mondo perderebbe il 49,5 per cento delle sue spiagge sabbiose entro il 2100.

I ricercatori hanno anche esaminato il RCP4.5, lo scenario più ottimista, che vedrebbe arrestati gli aumenti di temperatura a tre gradi Celsius sopra i livelli preindustriali. Secondo questo scenario, 95.000 chilometri sarebbero persi.

“Una moderata mitigazione delle emissioni potrebbe impedire il 17% dell’erosione delle coste nel 2050 e il 40% nel 2100, preservando in media 42 metri di sabbia tra terra e mare”, ha dichiarato Vousdoukas.

L’Australia potrebbe essere il paese più colpito in termini di costa totale persa: oltre 9.000 miglia di spiagge di sabbia bianca nei prossimi 80 anni. Il resto dei primi dieci paesi più colpiti in termini di costa totale persa sarebbero Canada, Cile, Stati Uniti, Messico, Cina, Russia, Argentina, India e Brasile. Negli Stati Uniti le coste più colpite sarebbero lungo le coste orientali e del Golfo.

Se guardiamo alle nostre coste, il Rapporto Spiagge 2019 redatto da Legambientee, ci dice che un terzo delle aree costiere sta subendo processi o è a rischio erosione. Negli ultimi 50 anni la riva delle nostre coste in media è arretrata di 25 metri.

Dati allarmanti che devono farci riflettere sempre di più sul grave danno ambientale cui stiamo portando la nostra terra. Cosa stiamo aspettando?

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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