La pena di morte, nella patria del progresso

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di Beppe Grillo – Navigando in rete mi sono imbattuto in un video sulla pena di morte: premo start, pensando ad un qualche reportage, ma quello che mi trovo davanti è tutt’altro. Lo allego al post, non guardatelo se siete impressionabili.

Lasciatemi dire ciò che penso.

Nel 2017 il report di Amnesty registra 993 esecuzioni in 23 stati, il 4% in meno rispetto alle 1032 esecuzioni del 2016 e il 39% in meno rispetto alle 1634 del 2015, il più alto numero dal 1989. Sono state emesse almeno 2591 condanne a morte in 53 stati, rispetto al numero record di 3117 nel 2016. Questi dati non comprendono le condanne a morte e le esecuzioni in Cina, i cui numeri sono considerati segreto di stato.

140 Paesi in tutto il mondo l’hanno abbandonata, tutti insieme, tutte le democrazie occidentali. Solo 23 stati hanno continuato a eseguire condanne a morte, l’America è tra questi ed oggi è nella Top 5 dei maggiori esecutori al mondo.

Non parliamo poi delle spese assurde per mantenere tutto l’apparato, che oggi costa qualcosa come 20 milioni di dollari ad esecuzione e non porta a nulla. Pensate che statisticamente i paesi con pena di morte hanno quasi il 40% di omicidi in più che nei paesi senza.

Avevo idealizzato in qualche modo la pena di morte come qualcosa di istantaneo, tragicamente immediato, soprattutto adesso che c’è questa “iniezione letale”.

Come vedrete nel filmato, in moltissime esecuzioni non c’è nulla di veloce e indolore. Nulla. Pensate che il dipartimento dell’Oklahoma sta passando dei seri guai per come gestisce le esecuzioni.

E visto che moltissime esecuzioni non vanno come sperano, stanno optando per soluzioni tradizionali, come la fucilazione nello Utah, la sedia elettrica in Virginia e la camera a Gas in Oklahoma. Belin, che patria del progresso!

Non voglio scrivere l’ennesimo elenco dei perché non ci dovrebbe essere la pena di morte, ma voglio darvi dei dati. Insieme alla crudeltà dobbiamo capire l’insensatezza.

É una sorta di occhio per occhio che non serve a nulla.

Circa il 60% dei cittadini statunitensi ha dichiarato di ritenere la pena capitale moralmente accettabile e circa il 35% dei sostenitori dice che la morte è una giusta punizione. Gli americani a favore delle condanne a morte hanno raggiunto un picco nel 1991, quando il 76% della popolazione si dichiarava d’accordo.

Il filmato è in inglese, ma ecco cosa succede, come funziona l’iniezione letale, il metodo che avrebbe dovuto donare umanità alla pena di morte.

La prima siringa ha un anestetico, dovrebbe levare il dolore. La seconda paralizza il prigioniero, che sebbene non possa muoversi è in grado ancora di sentire ogni eventuale dolore. Infine, la terza siringa ha un composto che ferma il cuore, ma se il paziente è ancora conscio (come nel filmato), il farmaco causa bruciori interni lancinanti, disumani.

Per prima cosa, la morte non è istantanea, ma ci vogliono anche 2 ore (di agonia) perché sopraggiunga la morte. Seconda cosa, il personale non è assolutamente addestrato, né dal punto di vista medico, né da quello tecnico, per prevenire malfunzionamenti nei macchinari. Sono tutte guardie carcerarie che si prestano come volontari, in cambio di 300 dollari cash.

É pazzesco vedere come le guardie abbiano alcuni gesti di umanità, come le veloci pacche verso il prigioniero, che ricordo stanno per uccidere.

Poi lasciano la parola al prigioniero, che ha davanti un vetro che lo divide dai familiari (suoi e della vittima) e dai giornalisti. Dice poco: è davvero dispiaciuto per quel che ha fatto e spera che la famiglia (della vittima) possa finalmente andare avanti grazie alla sua morte.

Non voglio dilungarmi, ci sarebbe anche da spiegare il motivo che rende i prigionieri così mansueti e rassegnati al loro destino, ma qui dovremmo tirare in ballo la psicologia sociale.

Non dovete vedere il filmato se non volete, è solo un esempio. Sfortunatamente sul web se ne trovano a centinaia, basta inserire su Youtube la parola “death row” e ne appaiono a bizzeffe.

Molti dei filmati più toccanti sono fatti da un’organizzazione, la death penalty fail. Hanno un piccolo canale Youtube e un piccola pagina Facebook. Capisco come sia difficile portate avanti una battaglia simile, viene davvero voglia di far finta che non esista il problema per quanto è doloroso.

Questo, il loro sito: http://deathpenaltyfail.org/

 

p.s. Il video che ho postato è un remake di ciò che avviene davvero. Non esistono video ufficiali delle esecuzioni, grazie al cielo.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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