“L’acciaio oltre il carbone” su La Nuova Ecologia di gennaio

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Tutelare ambiente, salute e lavoro con la siderurgia fossil free, a partire da Taranto. E ancora sul nuovo numero: il compromesso della Cop28 a Dubai, l’intervista a Marco Paolini e il racconto del suo VajontS23, “School of ants” un progetto di citizen science per creare una comunità di cittadini scienziati

Oggi, alle ore 10.30, la presentazione del numero in diretta streaming sul sito e sui canali social della rivista e sul profilo LinkedIn di Legambiente

 

Rendere possibile ciò che è necessario. Si può sintetizzare così la storia di copertina del primo numero del 2024 di “Nuova Ecologia”, dedicata all’ex Ilva di Taranto: la decarbonizzazione dell’acciaio è l’unica strada percorribile per lo stabilimento tarantino se l’obiettivo è quello di tutelare salute, lavoro e ambiente. Una soluzione ribadita da Legambiente nel convegno internazionale organizzato a Taranto lo scorso 17 novembre dal titolo “L’acciaio oltre il carbone”, che ricerche, studi ed esempi – come quello della svedese Ssbb, che rifornisce di acciaio fossil free gli stabilimenti della Volvo – dimostrano essere già realtà. Si stima che in Europa la siderurgia sia responsabile di circa il 5% delle emissioni di CO2 (percentuale che sale al 7% a livello globale). Decarbonizzare l’acciaio è quindi necessario e per l’ex Ilva di Taranto possibile attraverso un lungimirante piano di transizione ecologica basato sull’applicazione della tecnologia DRI (direct reduction iron), che prevede il passaggio all’utilizzo dell’idrogeno al posto del carbone.

La fuoriuscita dai combustibili fossili, a proposito di carbone, è necessaria per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050 ed è possibile realizzarla, seppur con molte difficoltà, come indica il compromesso raggiunto nella Cop28 di Dubai lo scorso 12 dicembre. Un accordo che per la prima volta sancisce l’intesa sul transition away dalle fossili, senza però indicare con chiarezza tempi e obiettivi, in linea con quanto chiede la scienza per fronteggiare e superare l’emergenza climatica.

Rendere comprensibile al maggior numero di persone le fragilità dell’Italia, da quella idrogeologica alla siccità, e trovare soluzioni alle sfide poste dalla crisi climatica, facendo tesoro degli errori commessi. Abbandonare la lunga stagione della protezione civile per concentrarsi sulla prevenzione civile. È quanto emerge dalla lunga intervista con Marco Paolini, autore e protagonista di “VajontS23”. VajontS, al plurale. Perché “Il racconto del Vajont”, che trent’anni fa aveva la sola voce di Paolini, per il suo sessantesimo anniversario ha trovato altre voci, e da monologo è diventato dialogo. Un racconto corale, di comunità.

Di comunità, civile e scientifica, si parla anche nella sezione dedicata alla divulgazione scientifica con “School of ants”, un grande progetto di citizen science, in cui ad essere protagoniste sono le persone e la loro passione verso la natura. Il progetto ha coinvolto 58 scuole con l’obiettivo di campionare le formiche, ottimi bioindicatori e insetti facilmente riconoscibili e individuabili anche da occhi non esperti e per questo considerati ideali per coinvolgere la cittadinanza negli studi scientifici. Grazie a questo esperimento sono state censite e classificate 63 specie di formiche. Un modo semplice e appassionante di fare ricerca insieme, per creare una comunità di cittadini scienziati, attivi e attenti alla natura.

Questi e altri contenuti saranno al centro della presentazione del numero di gennaio di “Nuova Ecologia”, in diretta streaming oggi, 10 gennaio, alle 10.30 su www.lanuovaecologia.it, sui canali social del mensile e sul profilo LinkedIn di Legambiente. Introduce e modera Francesco Loiacono, direttore del mensile. Partecipano: Carlo Mapelli, ingegnere professore del Politecnico di Milano, Maria Maranò, segreteria nazionale di Legambiente e i giornalisti Fabio Dessì, Giulia Assogna, Rocco Bellantone e Tino Colacillo.

Durante la diretta Gianlorenzo Ingrami realizzerà le sue vignette sui temi trattati.

 

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Fonte Legambiente

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