PFAS nell’acqua potabile: Torino e altri 70 Comuni coinvolti

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Il Movimento 5 stelle ha presentato una mozione in Regione Piemonte e un’interrogazione parlamentare. La contaminazione da PFAS non riguarda più solo la provincia di Alessandria ma anche altre zone della città metropolitana di Torino, con oltre 70 Comuni coinvolti, incluso il capoluogo (consulta la mappa dei luoghi contaminati da PFAS in Piemonte).

A rivelarlo è il rapporto di Greenpeace pubblicato a febbraio e basato sui dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi. Addirittura nella sola città metropolitana di Torino quasi la metà dei campioni raccolti nei punti di erogazione sono risultati contaminati. Nel resto delle province piemontesi, invece, i monitoraggi sono parziali, pare anche per ordine della Regione Piemonte, che avrebbe dato disposizione di effettuare verifiche e campionamenti solo nelle zone maggiormente interessate dalle contaminazioni, ovvero la provincia di Alessandria, dove ha sede la Solvay, e la Città Metropolitana di Torino. 

L’impressione è che si sia voluto limitare il controllo su una contaminazione che, invece, potrebbe essere più ampia e interessare zone anche geograficamente lontane dalla sede della Solvay.

È una situazione molto grave, perché mette seriamente a rischio la salute dei cittadini piemontesi. Il PFAS è, infatti, un inquinante eterno dannoso per l’ambiente in cui persiste e cancerogeno per l’uomo.  

Il Movimento 5 Stelle, in Regione come in Parlamento, sta chiedendo spiegazioni. È necessario capire cosa si intenda fare per tutelare gli abitanti del Piemonte e non solo, perché pare siano contaminate le acque di molti Comuni anche in Lombardia e Veneto. 

In Regione il nostro consigliere Sean Sacco ha depositato un’interrogazione (già discussa in Consiglio) e una mozione per chiedere alla Giunta Cirio di attivarsi per avviare un monitoraggio di tutte le acque potabili del Piemonte, con particolare riferimento agli inquinanti elencati dalla Direttiva europea, e di intervenire laddove necessario per abbattere la concentrazione di Pfas e rimuovere le fonti di inquinamento. Uno strumento da affiancare al biomonitoraggio sulla popolazione residente nei Comuni nei quali i valori rilevati sono vicini, se non superiori, ai limiti della direttiva europea. 

Operazioni che dovranno essere condotte con un chiaro cronoprogramma degli interventi, sui quali chiediamo fin da subito tempi certi e la massima trasparenza nella diffusione dei risultati. È fondamentale capire se vi siano o meno inquinanti nelle acque e agire per rimuoverli, anche se intanto il Centrodestra fa spallucce. 

In Senato, la nostra Elisa Pirro interroga direttamente il Governo e chiama a rispondere i Ministri della Salute Schillaci e dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin: come intendono intervenire per tutelare i cittadini? Stiamo parlando di sostanze chimiche inquinanti che, una volta immesse nell’ambiente, non vengono degradate e danno luogo a una esposizione e accumulo irreversibili, che per i cittadini si traduce in insorgenza di tumori, malattie metaboliche, infertilità maschile e interferenze con la salute riproduttiva delle donne. 

Il governo e la Regione non possono continuare a sottovalutare il problema, devono attivarsi per individuare e rimuovere le fonti di inquinamento nelle aree interessate dalla contaminazione e promuovere, al contempo, il disuso e la sostituzione di queste pericolose sostanze tossiche, così come fatto da altri Paesi. Il problema dell’inquinamento delle acque non va sottovalutato. Va affrontato con serietà, rigore e programmazione, come chiede il Movimento 5 Stelle.

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Fonte Movimento 5 Stelle

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