Sicilia e Sardegna sulla soglia dello shock economico causa covid. Le mie richieste a Gentiloni

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Proprio mentre Sardegna e Sicilia rischiano fortemente nuovi lockdown locali, oggi ho incontrato Il commissario Gentiloni per fare presente la grave crisi economica che ha colpito le nostre isole chiedendo alla Commissione un intervento deciso per far fronte allo shock economico presente e futuro.

Durante l’incontro con Gentiloni, avuto ai margini dell’intergruppo  parlamentare  SEARICA  che rappresenta le isole europee e di cui faccio parte, ho illustrato 5 priorità per sostenere la ripresa e lo sviluppo economico delle nostre splendide isole. 

Il maggiore shock economico registrato nelle isole determina la necessità di mezzi specifici come investimenti e aiuti di stato per determinati settori come l’Agricoltura, il Turismo, la Pesca. Ho ribadito che settori, che ho precedentemente citati, sono stati duramente toccati dalla crisi  e meritano particolare attenzione nell’immediato con la disponibilità di fondi ma anche di adeguati investimenti e visione strategica per un pronto rilancio.

Ho fatto presente anche come questa crisi sanitaria associata a quella climatica e alle nuove sfide del new green deal hanno portato alla ribalta, qualora ce ne fosse stato bisogno, problemi che noi isolani abbiamo sempre avuto come : 

  1. La continuità territoriale e il trasporto con la mancanza d’infrastrutture. Il tallone d’Achille di Sardegna e Sicilia che vengono ricordate solamente durante il periodo estivo senza pensare alla massa di studenti e lavoratori che mensilmente per lavoro o motivi familiari devono spostarsi a prezzi non democratici pagando il solo fatto di essere isolani, il tutto condito dalla presenza d’infrastrutture, autostrade o reti ferroviarie degne del terzo mondo (con tutto il rispetto).
  1. La digitalizzazione. Con il recovery fund e con altri strumenti l’europa deve ricordarsi che quello che è dato per scontato per certe regioni non lo è per le isole. Quindi i nuovi progetti dovranno avere un occhio di riguardo per le isole dove la banda larga è ancora l’eldorado.
  1. Energia. Quali altre regioni possono godere del vantaggio geografico e dimensione di due isole come Sicilia e Sardegna che hanno a disposizione sole, mare e vento tutto l’anno? Noi possiamo agire direttamente sul territorio attraverso azioni mirate che potrebbero portarci non solo agli obiettivi climatici 2030 e 2050 ma anche a diventare autonomi a livello energetico abbassando costi di produzione e quindi alleggerendo le tasche dei  nostri cittadini che diventerebbero Prosumers.
  1. Agricoltura e pesca. 

Gli agricoltori delle isole hanno bisogno di aiuti specifici e di avere riconosciuto e garantito il valore della produzione e del proprio lavoro, umiliato dalla concorrenza spietata dei prodotti provenienti del nord-Africa. Occorre – una volta per tutte –  ragionare sull’attivazione delle clausole di salvaguardia previste nei trattati di libero commercio. Sulla pesca, è quanto mai necessario un meccanismo ad hoc di sostegno per le comunità di pescatori, con un reddito minimo garantito e un nuovo ruolo della Commissione per la sicurezza dei lavoratori del mare, come dimostra il caso del sequestro dei nostri pescatori in Libia. Oggi più che mai è necessaria una nuova visione per il mondo imprenditoriale legato ai settori dell’agricoltura e della pesca grazie alla bioeconomia. Bisogna finanziare con nuove dinamiche la cultura dell’innovazione per attivare processi che spingano verso la circular economy ed il rifiuto zero. Grazie agli scarti del mondo agricolo e della pesca, infatti, è oggi possibile attivare produzioni nel settore della bio-edilizia, farmaceutica, cosmetica e dell’industria alimentare che affiancherebbero le aziende agricole tradizionali.

Infine, ho presentato una sfida, forse la più importante per le isole. La decentralizzazione dei centri di ricerca per dare un input al mondo dell’università e dell’innovazione che aprono prospettive nuove per le PMI locali attirando l’attenzione non solo dei talenti di casa nostra espatriati come immigrati economici (spostarsi a Milano non è una scelta di vita, ma economica) ma anche portando nelle nostre isole aziende dall’estero che grazie alle nuove tecnologie, allo smartworking e alla migliore qualità di vita sposterebbero i loro centri d’interesse in mezzo al Mediterraneo. Ricerca e innovazione che per osmosi influenzerebbero con nuove opportunità settori come l’agricoltura e la pesca.

Ho strappato una promessa al Commissario Gentiloni  con l’impegno della commissione europea ad ampliare il piano sugli aiuti di stato in mano alla Vice presidente Vestager e a prendere rapide decisioni per veicolare investimenti  intelligenti per difendere gli isolani che ancora una volta si sono ritrovati isolati e senza punti di riferimento.

 

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Fonte Ignazio Corrao

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