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đź”´ NON SI PUĂ’ MORIRE MENTRE SI LOTTA PER I PROPRI DIRITTI

Qui l’intervento di Giuseppe Conte sulla morte di Adil Belakhdim :

“No, non si può morire come Adil mentre si lotta per i propri diritti. Non si può essere aggrediti durante un presidio, come è successo ad alcuni lavoratori della logistica settimane fa.

Sui luoghi di lavoro si registra un generale imbarbarimento delle condizioni di impiego rispetto al quale non possiamo piĂą girarci dall’altra parte. Lavoratori precari, sottopagati, sotto ricatto: una piaga, una realtĂ  con la quale fare i conti.

Noi crediamo a un nuovo Statuto delle imprese, per le quali è oggi necessario semplificare e creare condizioni di sviluppo e crescita. Ma pretendiamo anche un nuovo Statuto dei lavoratori.

Se qualcuno pensa che si possa accettare un ritorno allo sfruttamento, ai ricatti e al caporalato deve fare i conti con il M5S. Se qualcuno pensa che la ripresa produttiva non possa prescindere dal sacrificio di lavoratrici e lavoratori, dei diritti sindacali di base – allora fa parte del problema e non della soluzione.

Mettiamoci subito tutto l’impegno.
Il lavoro non è una concessione elargita dall’alto, nĂ© un totem a cui rimanere asserviti restando “zitti e buoni”.

Il lavoro è un diritto, è il fondamento della nostra Repubblica: ricordiamolo a chi pensa di poter riportare indietro le lancette della storia.”

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Fonte Raffaele Erba Portavoce M5S Regione Lombardia on Facebook

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