La proposta di riforma approvata dalla Giunta regionale lombarda, qualora non venga ampiamente corretta in sede di approvazione consiliare, rischia di mettere in crisi l’intero Sistema Sanitario Nazionale, nel caso in cui talune norme fossero poi adottate anche da altre regioni.
In una regione in cui il privato controlla il 50% del mercato e le prestazioni più redditizie, parificare pubblico e privato, senza nessuna disciplina della modalità di scelta degli operatori privati, rischia di eludere “l’interesse della collettività ” a cui deve tendere il SSN, come previsto dalla Costituzione.
Se in 30 anni i privati sono passati dallo zero al 50% del mercato in Lombardia, ora con la possibilitĂ di gestire le Case della comunitĂ avranno l’opportunitĂ di espandere ulteriormente il business senza nessuna regolamentazione e controllo.
Questo rischia di andare a discapito anche di altre regioni, in quanto il rafforzamento della sanità privata in Lombardia sottrae pazienti alle altre regioni, che non potrebbero così sviluppare il proprio Sistema sanitario regionale.
Con il rischio più che teorico che in Lombardia la sanità diventi prevalentemente privata, poiché il sistema pubblico è volutamente disorganizzato, con organismi esistenti solo in Lombardia come le ATS, non previste dalla norma nazionale.
Ma con l’ulteriore pericolo che a una piccola regione potrebbe venire l’idea che, anziché sviluppare il proprio sistema sanitario, possa essere più agevole mandare i propri pazienti in Lombardia, desertificando la sanità locale (secondo il medesimo principio dell’economia coloniale).
Per questo, se non si pongono seriamente le questioni della compatibilitĂ delle norme lombarde circa il rispetto della Costituzione e dei trattati comunitari, in relazione alle modalitĂ di scelta del contraente, la riforma lombarda rischia di minare il nostro Sistema sanitario nazionale.
Dopo che la pandemia ci ha mostrato come la “leale collaborazione” che dovrebbe caratterizzare il rapporto Stato-Regioni nell’ambito dell’autonomia si sia rivelata invece una “sleale rivalità ”, se non facciamo chiarezza circa certi modelli rischiamo di mettere a repentaglio quello che abbiamo costruito in 50 anni di Italia repubblicana.
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Fonte Marco Fumagalli M5S Lombardia on Facebook