Ai professionisti dell’Antirazzismo

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Vediamo di fare un pochino di chiarezza.

I problemi che vengono evidenziati da tutti riguardo all’immigrazione sono sostanzialmente 3:

  1. L’accoglienza di persone che fuggono da situazioni di miseria o di conflitti nei loro Paesi di origine;
  2. Il fatto che a seguito degli accordi di Dublino l’Italia sia costretta a trattenerne più di quanti ne possa accogliere;
  3. La sensazione che molti di essi, soprattutto irregolari, riescano poi ad inserirsi in circuiti delinquenziali.

Allora sarebbe il caso di fare qualche riflessione maggiore ed approfondita invece di lasciarsi andare eccessivamente al rifiuto di “pancia” o all’esasperato “buonismo”.

Intanto rivediamo cosa dice a tal proposito il Contratto di Governo

13. IMMIGRAZIONE:
RIMPATRI E STOP AL BUSINESS
La questione migratoria attuale risulta insostenibile per l’Italia, visti i
costi da sopportare e il business connesso, alimentato da fondi pubblici
nazionali spesso gestiti con poca trasparenza e permeabili alle
infiltrazioni della criminalità organizzata.
Il fallimento dell’attuale sistema di gestione dei flussi migratori rischia
di mettere in discussione lo stesso sistema di Schengen.
L’Italia deve ricoprire un ruolo determinante ai tavoli dei negoziati europei
in merito alle politiche di asilo e di immigrazione. Si deve puntare
alla riduzione della pressione dei flussi sulle frontiere esterne e
del conseguente traffico di esseri umani e contestualmente, nella medesima
ottica, ad una verifica sulle attuali missioni europee nel Mediterraneo,
penalizzanti per il nostro Paese, in particolare per le clausole
che prevedono l’approdo delle navi utilizzate per le operazioni nei
nostri porti nazionali senza alcuna responsabilità condivisa dagli altri
stati europei.
È necessario il superamento del Regolamento di Dublino.
Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito
dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraverso
il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra
gli Stati membri dell’UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e
con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi.
In osservanza dei diritti costituzionalmente garantiti proponiamo che
le procedure per la verifica del diritto allo status di rifugiato o la sua revoca
siano rese certe e veloci, anche mediante l’adozione di procedure
accelerate e/o di frontiera, l’individuazione dei Paesi sicuri di origine e
provenienza, la protezione all’interno del Paese di origine (IPA) e l’allineamento
delle attuali forme di protezione agli standard internazionali.
Contestualmente, al fine di garantire un corretto bilanciamento con gli
interessi di sicurezza e ordine pubblico, occorre poi prevedere specifiche
fattispecie di reato che comportino, qualora commessi da richiedenti
asilo, il loro immediato allontanamento dal territorio nazionale.
Dato che i meccanismi attuali e i consistenti fondi stanziati per l’accoglienza
costituiscono un elemento di attrazione per la criminalità, occorre
un più attento controllo dei costi. Per questo è necessario dare
trasparenza alla gestione dei fondi pubblici destinati al sistema di accoglienza,
così da eliminare l’infiltrazione della criminalità organizzata.
Occorre introdurre l’obbligo di pubblicità dei bilanci dei soggetti gestori
per assicurare verifiche puntuali sulla rendicontazione dei servizi e
dei beni erogati, sulle spese sostenute e sui risultati conseguiti.
Si deve superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri e
puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, a
cominciare da quelle territoriali, affidando la gestione dei centri stessi
alle regioni e prevedendo misure che dispongano l’acquisizione del
preventivo assenso degli enti locali coinvolti, quale condizione necessaria
per la loro istituzione.
È imprescindibile scardinare il business degli scafisti che ha causato
sbarchi e morti nel mar Mediterraneo e smantellare le organizzazioni
criminali internazionali per la tratta degli esseri umani, con ulteriore
cooperazione e coinvolgimento della polizia giudiziaria di altri Paesi
europei.
La valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione internazionale
deve avvenire nei Paesi di origine o di transito, col supporto
delle Agenzie europee, in strutture che garantiscano la piena tutela
dei diritti umani. Inoltre riteniamo che si debbano implementare gli accordi
bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione europea,
con i Paesi terzi, sia di transito che di origine, in modo da rendere chiare
e rapide le procedure di rimpatrio.
Occorre prevedere, contestualmente, l’individuazione di sedi di permanenza
temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno una sede
per ogni regione, previo accordo con la Regione medesima, e con una
capienza sufficiente per tutti gli immigrati irregolari, presenti e rintracciati
sul territorio nazionale, garantendo la tutela dei diritti umani.
Ad oggi sarebbero circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul nostro
territorio e, pertanto, una seria ed efficace politica dei rimpatri risulta
indifferibile e prioritaria.
Ai fini dell’espletamento delle procedure e dell’effettivo rimpatrio, il
trattenimento deve essere disposto per tutto il periodo necessario ad
assicurare che l’allontanamento sia eseguito in un tempo massimo
complessivo di diciotto mesi, in armonia con le disposizioni comunitarie.
Nell’ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e congruente
con le azioni politiche da attuare occorre, quindi, procedere
ad una revisione dell’attuale destinazione delle stesse in materia di
asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle
risorse stanziate per l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri.
Infine, occorre una necessaria revisione della vigente normativa in materia
di ricongiungimenti familiari e di sussidi sociali, al fine di evitare
casi fittizi, l’indebito utilizzo dei sussidi erogati e garantire la loro effettiva
sostenibilità rispetto alla condizione economica del nostro Paese.
In un contesto globale è necessario adoperarsi affinché siano resi trasparenti
i flussi degli investimenti internazionali e il finanziamento dei
fondi alla cooperazione. Occorre bloccare la vendita di armi ai Paesi in
conflitto, prevenire e contrastare il terrorismo internazionale anche di
matrice islamista.
Ai fini della trasparenza nei rapporti con le altre confessioni religiose,
in particolare di quelle che non hanno sottoscritto le intese con lo
Stato italiano, e di prevenzione di eventuali infiltrazioni terroristiche,
più volte denunciati a livello nazionale e internazionale, è necessario
adottare una normativa ad hoc che preveda l’istituzione di un registro
dei ministri di culto e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzione
delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversamente
denominati.
Inoltre, occorre disporre di strumenti adeguati per consentire il controllo
e la chiusura immediata di tutte le associazioni islamiche radicali
nonché di moschee e di luoghi di culto, comunque denominati, che
risultino irregolari. A tale riguardo, onde garantire un’azione efficace e
uniforme su tutto il territorio nazionale è necessario adottare una specifica
legge quadro sulle moschee e luoghi di culto, che preveda anche
il coinvolgimento delle comunità locali.

Nel mondo ci sono tantissime condizioni di miseria e moltissimi conflitti regionali (spesso interni, guerre civili) che costringono le persone a fuggire dal loro Paese. Purtroppo di alcune realtà conosciamo i particolari (vedi Siria), ma di altre non abbiamo assolutamente informazioni (Nigeria, Tunisia, Sudan etc).

Gente costretta a scappare dalla miseria e dalle brutalità che avvengono quotidianamente nei loro territori, nei loro villaggi, nelle loro case.

E’ fuori di dubbio che verso queste persone si debba avere un forte senso di solidarietà e di accoglienza, e che sarebbe auspicabile un forte intervento della politica internazionale affinché queste brutalità cessino, ma è altrettanto vero che non possiamo accoglierli tutti e non tanto per una questione di spazio, ma perché non siamo economicamente in grado di sostenerli.

Ed il punto centrale è proprio qui, la nostra capacità economica di sostenerli.

Io non credo che in Italia, a parte qualche migliaio di luridi imbecilli, ci sia qualcuno che non abbia in mente e nel cuore il principio di solidarietà. Non conosco nessuno che alla fine non ammetta che è giusto evitare che ci siano bambini, donne e uomini che crepino in mare. Anche il più stronzo dei miei conoscenti!

Ma qual’è il problema di fondo, allora?

Tutti i governi che abbiamo avuto fino ad oggi non hanno sviluppato una vera politica di accoglienza e di smistamento verso l’Europa.

I continui tagli effettuati ai danni dei cittadini hanno creato la forte sensazione che molte delle risorse che potrebbero essere destinate a noi, vengano spese per l’accoglienza degli immigrati.

In poche parole la gente comune ha la percezione che non riesce ad avere la “casa popolare”, i sussidi scolastici, le agevolazioni per i figli e tanti altri benefici del welfare, perché superati e declassati da persone immigrate. Spesso è per ignoranza, ma questo in parte è vero.

E tutti fanno sicuramente fatica a capire che la colpa non è certo degli immigrati, ma delle leggi, degli accordi internazionali, dalla politica falsamente solidale che è stata fatta fino ad oggi.

E’ stata creata la classica “guerra tra poveri“, quella che i poteri mettono in atto affinché il popolo non vada a prenderli a calci nel culo, ma si scanni tra esso.

Ora perché mi lancio nel dire che c’è una ipocrisia antirazzista, che ci sono dei veri e propri (parafrasando Sciascia) professionisti dell’antirazzismo?

Non certo per difendere Salvini e la Lega! Mi sono già espresso su questo punto dichiarando che mi tranquillizza il fatto che gentaglia come Borghezio e simili verranno bloccati perché affiancati dal Movimento 5 Stelle che non ne accetterà mai le politiche xenofobe e razziste.

Parlo di ipocrisia antirazzista e di professionisti dell’antirazzismo perché tutti coloro che oggi criticano i tentavi di risoluzione previsti nel contratto, non si sono mai posti il problema dal punto di vista del popolo! Di quel popolo che si vede aumentare i ticket, le imposte, le tasse scolastiche, il costo dei libri di scuola e che si vede tagliare le agevolazioni apparentemente a favore di persone che, molto probabilmente, non vivrà lunghi anni in Italia.

Se questi politicanti da strapazzo che fino all’altro giorno si sono riempiti la bocca di paroloni quali “umanità, solidarietà, aiuto“, si fossero preoccupati di creare le risorse per un reale sviluppo dell’Italia creando la necessaria politica del lavoro affinché ogni famiglia italiana potesse vivere con dignità, il problema del faticoso accettare gli “stranieri” nemmeno esisterebbe in un Paese come il nostro, ancora sospeso tra cattolicesimo e comunismo e dove umanità, solidarietà, aiuto sono veri valori e non solo parole.

La politica ottusa, su tutti i campi, ma in particolare su questo argomento, ha solo creato un divario sociale, un radicamento dell’ignoranza pseudo-antirazzista, un vero e proprio fastidio nei confronti di persone di altre razze.

Perché è innegabile, e questo lo avverto anche io da pendolare, che alcuni atteggiamenti, la strafottenza, la maleducazione, il mancato rispetto addirittura delle Forze dell’Ordine, siano ormai prassi quotidiana di molti di questi “ospiti”. Gente che piscia e caga sui marciapiedi, si stravacca sui bus, treni, panchine impedendo ad altri di sedersi; gente chiassosa che non osserva nessuna delle nostre leggi; spesso fastidiosa che, con cellulari e casse (dal costo sicuramente superiore al mio), costringono ad ascoltare musica non sempre gradevole e comunque, magari, non sempre desiderata perché dopo una giornata di lavoro vorresti almeno farti un pezzo di strada verso casa in tranquillità….. E provati tu a dirgli qualcosa, se hai il coraggio…..

Parallelamente però parliamo di tutti quelli che vengono sfruttati dalle false cooperative o da imprenditori privi di scrupoli, che vengono messi a fare lavori a dir pochi schifosi per 4 soldi, senza tutele, senza diritti.

Di tutta la storia del povero Soumaila Sacko la cosa che più mi ha colpito è stata l’indifferenza e la superficialità verso il fatto che da anni viveva in una baraccopoli che non è mai stata bonificata, che i professionisti dell’antirazzismo non si sono mai degnati di modificare in abitazioni decenti. Ed i povero Soumaila era un bravo ragazzo che non si è rassegnato a cadere nel giro della delinquenza organizzata, delle mafie, perché, ricordiamoci sempre ed in particolare quando si parla di immigrazione nel meridione, che se questi ragazzi hanno la droga per spacciare è perché c’è dietro un bianco “uomo d’onore” che gliela procura e gli concede il permesso per spacciarla!

E non posso nascondere il profondo schifo che provo nei confronti dei compaesani meridionali dell’omicida Antonio Pontoriero che ne giustificano il gesto, sanguisughe che sicuramente peggio dei migranti hanno sfruttato lo Stato con false dichiarazioni di disoccupazione o di invalidità, parassiti che si guardano bene di uscire dai privilegi dei sussidi per andare a fare il lavoro che il ragazzo faceva, ma che guardano con disprezzo i migranti.

Di Soumaila ci si indigna falsamente del fatto che gli hanno sparato. Passa in secondo piano che è stato ucciso perché voleva procurarsi il materiale per una baracca fatiscente invece di avere una casa dignitosa in quanto lavoratore e non clandestino!

Quindi, in questa spirale, in questa vite spanata che è la questione immigrazione, è sì ormai necessario mettere dei punti fermi.

Come prima cosa è necessario interrompere i flussi indiscriminati, mortali e gestiti dalle mafie.

Si devono trovare accordi con i paesi di partenza, in particolare Libia e Tunisia, affinché vengano creati dei centri di accoglienza, gli HotSpot, in modo tale da poter “filtrare” sin da prima della partenza i flussi. HotSpot controllati da associazioni umanitarie internazionali e, se necessario, presidiate da truppe dell’ONU al fine di garantire i livelli dignitosi e civili alle persone.

Attraverso il lavoro degli HotSpot, individuare i Paesi di destinazione con l’obbligo, a livello Europeo ed Internazionale, di assumersene tutti una quota. Compresi i Paesi dell’Est! Orban in prima fila!

Nel contempo è necessaria una politica di dissuasione, non necessariamente terroristica, ma rivedendo con i governi che causano questi flussi emigratori, tutti gli accordi economici europei.

E’ paradossale acquistare od esportare beni in Nigeria ed avere in cambio immigrati!

Sradicare le organizzazioni mafiose che sfruttano questo commercio di esseri umani.

Altro punto essenziale è quello, già più vole citato dal nuovo Governo, di rivedere anche su questo argomento gli accordi europei e di procedere più celermente ad una ridistribuzione delle persone già sul nostro territorio.

L’Europa però ci dovrà anche aiutare, sostenere e finanziare per accelerare i processi di identificazione di queste persone. Tutto questo lavoro ed i relativi costi devono essere finanziati dalla Comunità Europea e non a discapito del bilancio italiano.

L’ultimo importante punto è la questione del rimpatrio. Nessuno ha mai detto di riportarli indietro tutti e ad uno ad uno, ma appare evidente che ci sono molti immigrati che sono stanziati in Italia senza alcuno scopo e nessun obiettivo produttivo. Appare evidente che molti sono predisposti ad attività delinquenziali. Il problema è che metterli nelle nostre patrie galere è anch’esso per noi un costo.

Ora bisognerebbe individuare una formula legislativa ed un accordo internazionale che non consenta a chi è stanziato irregolarmente in Italia di campare troppo a sbafo della collettività utilizzando il nostro già precario welfare! Una sorta di franchigia sociale. Non credo nelle deportazioni di massa, ma sono fermamente convinto che alcuni di essi debbano essere letteralmente presi a calci nel culo e risbattuti nel loro paese!

In sintesi, accoglienza internazionale, disponibilità per chi rispetta le leggi, aiuti temporizzati per un inserimento nella società e nel mondo del lavoro, ma calci nel culo per chi non rispetta le leggi italiane.

Ora so che qualche professionista dell’antirazzismo, se mai leggerà questo mio articolo, avrà molte cose da contestare. Lo faccia pure, ma solo a patto che si impegni a modificare la situazione con fatti concreti, con proposte reali e non con laido buonismo.

Parola di immigrato siciliano che ha vissuto gli stessi problemi negli anni ’60 ed oltre.

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One thought on “Ai professionisti dell’Antirazzismo

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