Antropologia di uno Smartphone: ecco cosa ci aspetta

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di Jan Chipchase – Vivo e lavoro a Tokyo, in Giappone. Mi sono specializzato nello studio dei comportamenti umani. Applico queste conoscenze in modo da pensare al futuro in vari modi e fare design per questo futuro. Sapete, sarò onesto non ho idea di come sarà il futuro, però ho un’idea piuttosto chiara di come si comporteranno le persone quando ci arriveranno.

Viviamo in un pianeta da 6,3 miliardi di persone. Più o meno 3 miliardi di persone sono oggi connesse alla rete di telefonia mobile e ci vorranno altri due anni per far connettere un nuovo miliardo. Lo dico perché se vogliamo fare design per questo futuro dobbiamo capire di cosa si occupano queste persone. Questo, più o meno, consiste il mio lavoro e quello del nostro team.

La nostra ricerca inizia spesso con una domanda molto semplice: Cosa portate con voi? Se pensate a tutto quello che possedete quando uscite di casa cosa pensate di portare con voi? Quando vi guardate intorno, a cosa state attenti? Di queste cose, cosa portate? E di queste quali usate davvero?

Questo ci interessa perché il processo di decisione conscio o inconscio implica che le cose che portate con voi e che poi usate abbiano un valore spirituale, emozionale o funzionale e per essere ancora più chiaro le persone vogliono pagare per oggetti che hanno valore, giusto? Quindi ho studiato per cinque anni quello che le persone si portano appresso.

E si è scoperto che portano un sacco di roba. Fin qui niente di nuovo, ma se chiediamo alle persone quali sono le tre cose più importanti che portano a prescindere dalle culture, dal genere e dal contesto, la maggior parte sapete cosa risponde?

Le chiavi, i soldi ed un cellulare. 

Ora la prossima domanda che ci dobbiamo porre è: Perché queste cose sono così importanti per noi?

E dalla nostra ricerca è venuto fuori che tutto dipende dal bisogno di sopravvivenza, sia per noi che per i nostri cari. Quindi, le chiavi danno l’accesso ad un riparo caldo, i soldi ci servono per comprare del cibo, per mantenerci oltre ad ogni altro utilizzo, e il cellulare è un ottimo strumento per ritrovarsi.

Se preferite, questi tre oggetti sono ottimi per supportare le azioni base della gerarchia dei bisogni di Maslow. E’ vero, fanno tante altre cose, però sono ottime innanzitutto per le cose base. In particolare il cellulare ha l’abilità di permettere alle persone di andare oltre lo spazio e il tempo. Voglio dire si può andare oltre lo spazio solo facendo una chiamata, giusto? E si può andare oltre il tempo mandando un messaggio, perché sappiamo che poi, quando avrà tempo, qualcuno lo leggerà.

E’ venuto fuori che questa qualità è apprezzata universalmente, ecco perché più di 3 miliardi di persone si sono provviste di un cellulare e danno valore alla connettività.

Avete bisogno di queste cose per sopravvivere e se ci capita di dimenticare qualcuna di queste cose, magari il momento in cui usciamo da un posto e ci frughiamo le tasche nervosamente (pure le donne che mettono le cose in borsa si frugano le tasche) se non le troviamo, andiamo nel panico, vero? Quello che provate è vera paura. Incredibile.

Ora tutti avete una vista stabile, intendo dire che più o meno tutte le persone hanno quello che possiamo chiamare un centro di gravità. Il centro di gravità è il posto dove conserviamo questi oggetti. Questi oggetti non stanno fissi lì ma, nel corso del tempo, ci gravitano attorno. E’ dove t’aspetti che queste cose siano infatti.

Quindi quando abbiamo fatto una ricerca, abbiamo trovato un modo per non dimenticare mai più nulla. Ed è, semplicemente, non avere niente da ricordare. Ok, sembra una frase da biscotto della fortuna cinese no? Ma in realtà significa capire che cosa possiamo delegare alla tecnologia e cosa alle altre persone.

Se passaste per l’Uganda noterete numeri di telefono scritti sulle capanne. Qui non ci sono numeri civici, ci sono numeri telefonici. Tramite le ricariche del telefono ci si scambia denaro e si muove l’economia della gente. Questi sono i cambiamenti.

Quindi cosa significa quando l’identità delle persone è mobile? Quando l’identità di questi 3 miliardi di persone è mobile significa che non è fissa? La nostra concezione d’identità è sorpassata. A breve non significherà più ciò che oggi rappresenta. Oggi ci sono 4 fenomeni che stanno cambiando i collegamenti, le connessioni e quindi i rapporti tra persone.

La prima è l’immediatezza delle idee, la velocità con cui vengono condivise, ormai il punto di riferimento per le grandi idee sta cambiando e se vuoi che una grande idea diventi conosciuta, non bastano le TV, devi coinvolgere chiunque sul pianeta. Ognuno.

La seconda è l’immediatezza degli oggetti. Come questi diventano più piccoli e le potenzialità a cui ti permettono d’accedere aumentano, cose come i sistemi bancari, il concetto d’identità, insomma queste cose, si sposteranno rapidamente attorno al mondo e così la velocità d’adozione di questi nuovi strumenti, nuovi concetti, diventerà sempre più veloce in un modo che neanche possiamo immaginare. Pensate a  quando le avranno 6,3 miliardi di persone in tutto il mondo.

La prossima cosa è che comunque si progettino queste cose, nelle strade verranno adottate immediatamente e poi verranno utilizzate in modi che neanche possiamo immaginare, verranno scoperti modi d’innovarle a cui non puoi tener testa. La strada innoverà in modi che non possiamo anticipare, a prescindere dalle nostre risorse, saranno più ingegnosi dei nostri.

Ed infine il mio ultimo punto, o meglio il fulcro di tutto il mio discorso è che quando tutti sul pianeta saremo connessi, tutto cambierà. Perché queste persone vorranno essere parte della conversazione e credo che sarà difficile all’inizio. Perché chi non ha mai parlato, chi è stato costretto sempre ad ascoltare, non vorrà più smettere di parlare, di dire cosa vuole e cosa pensa. E chi ha sempre potuto esprimersi, chi ha avuto un eccesso di parola, non vorrà ascoltare.

Questa è la prossima sfida che i nostri smartphone ci porteranno.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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