Cooperazione italiana allo sviluppo

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La legge n. 125 del 2014 ha recato la riforma del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo. Tra i punti qualificanti la restituzione di una regia di carattere politico al Ministero degli affari esteri, plasticamente rappresentata dall’istituzione della carica di Viceministro competente per la cooperazione allo sviluppo. La cooperazione allo sviluppo diviene inoltre parte qualificante della politica estera italiana, tanto che è cambiata la denominazione del Ministero da MAE in MAECI. Nella attuale architettura della cooperazione, l’Agenzia è il braccio operativo e Cassa Depositi e Prestiti il braccio finanziario e banca di sviluppo. Da ultimo, con una modifica recata dalla legge di bilancio per il 2022, è stata resa triennale anziché annuale (entro il 31 marzo di ogni anno) l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del “Documento triennale di programmazione e di indirizzo della politica di cooperazione allo sviluppo” che reca la visione strategica, su cui anche le Camere esprimono un parere. Interventi di cooperazione nelle aree di crisi vengono altresì autorizzati dalle Camere in occasione dell’esame della Deliberazione sulle missioni internazionali.
Da ultimo, lo scorso 29 giugno la Camera dei deputati ha approvato gli interventi di cooperazione allo sviluppo per l’anno 2023, posti a carico del “Fondo missioni internazionali”, istituito e disciplinato dalla c.d. “Legge quadro sulle missioni internazionali” di cui alla legge n.145 del 2016.
 

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Fonte Camera dei deputati – Attività parlamentare nella XIX Legislatura

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