FUORI DAL MONDO I senatori scrivono a Speranza: “Noi categoria a rischio, fateci il vaccino Da giorni sono in pressing su Marin…

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FUORI DAL MONDO
I senatori scrivono a Speranza: “Noi categoria a rischio, fateci il vaccino

Da giorni sono in pressing su Marini, direttore del polo sanitario Palazzo Madama che più che un medico, ora che il timor panico da Covid morde, è diventato come il profeta per tanti senatori. Che lo fermano, lo assediano, lo implorano. La richiesta è sempre la stessa: quand’è che noi senatori potremo vaccinarci?

La pia senatrice dell’Udc Binetti ha chiesto a tutti i colleghi senatori di firmare la sua proposta da sottoporre al Ministro Speranza affinché li includa nelle categorie a rischio con diritto a una corsia preferenziale rispetto alla punturina che salva la vita:
“Cari Colleghi, questa è una semplice interrogazione urgente al ministro perché voglia facilitare la vaccinazione di tutti noi senatori”.

L’alto ramo del parlamento non ci sta a mettersi in fila e ad aspettare il suo turno. Perché il Piano vaccinale del ministero privilegia chi è più avanti con l’età o chi è a maggior rischio per le condizioni di salute pregresse. Ma pure particolari categorie comunque esposte: docenti e personale delle scuole, forze armate, secondini e detenuti, rispetto ai quali i senatori non si sentono da meno.
E Binetti lo ricorda mentre prega gli altri inquilini di Palazzo ad aderire numerosi alla sua iniziativa per costringere Speranza a intervenire per la loro causa. “Se volete firmare la interrogazione basta un ok di risposta a questa mia email”.

Ed ecco che fioccano gli ok, anche se qualcuno arrossisce. Perché dopo le leggi ad personam ora si tratta di metterci la faccia su una norma ad Senatum destinata a diventare un precedente nella storia repubblicana.

E vallo a spiegare agli italiani che lavorare a Palazzo è un mestiere ad altissimo rischio come stare in corsia o tra i banchi o più di andare in fabbrica o in ufficio dopo essersi avventurati sui mezzi pubblici in cui si viaggia ancora stipati. Ma tant’è, l’interrogazione è bell’e pronta.
[Riel art. di Ilaria Proietti]

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Fonte Dario Violi on Facebook

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