Giovedì 21 Marzo 2019 – 101ª Seduta pubblica : Comunicato di seduta

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Seduta
Ora inizio: 09:32

L’Assemblea ha avviato l’esame di mozioni di sfiducia individuale nei riguardi del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Il sen. Margiotta (PD) ha illustrato la mozione n. 84 che impegna il Ministro Toninelli a rassegnare le dimissioni rilevato che i bandi di gara per i lavori della TAV Torino-Lione risultano bloccati dal settembre 2018; il Ministro ha mentito al Parlamento italiano e al Governo francese, sottoponendo un’analisi del rapporto costi e benefici palesemente infondata; nel corso dell’esame della legge di bilancio sono stati realizzati definanziamenti e tagli ai danni di Anas e Ferrovie dello Stato.

La sen. Gallone (FI) ha illustrato la mozione n. 91 che esprime sfiducia nei confronti del Ministro Toninelli, considerato che il blocco delle principali opere pubbliche aggrava la recessione, la gestione della vicenda TAV e l’eventuale ritrattazione degli accordi assunti comportano costi elevati per cittadini e imprese e per la credibilità del Paese; il Ministero delle infrastrutture e trasporti ha un ruolo strategico per lo sviluppo e il futuro del Paese e in questi mesi il Ministro si è distinto per infortuni e dichiarazioni avventate.

Alla discussione hanno partecipato i sen. Errani, Loredana De Petris (Misto-LeU); Laus, D’Arienzo (PD); Zaffini (FdI); De Falco (Misto); Mallegni (FI). La sen. De Petris (Misto-LeU) ha dichiarato che non parteciperà alla votazione: al Ministro Toninelli andrebbe rimproverato il mancato varo di un piano generale dei trasporti e della logistica non il tentativo di bloccare un’opera inutile e dannosa; tanto più che la TAV Torino-Lione alla fine si farà perché il Ministro dei trasporti sarà esautorato dal vice premier Salvini.

Il Ministro Toninelli ha ricordato il lavoro svolto in questi mesi: l’ondata migratoria è stata affrontata nel rispetto dei diritti umani ma con la fermezza necessaria per ripristinare la legalità; le partenze e le vittime sono sensibilmente diminuite e per la prima volta è stato posto al centro del dibattito la responsabilità e l’ipocrisia dei partner europei. Il crollo del ponte Morandi ha evidenziato che lo Stato ha abdicato al ruolo di regolatore e controllore: il Governo ha garantito un’abitazione agli sfollati, ha pubblicato per la prima volta i piani finanziari dei contratti dei concessionari che hanno garantito extraprofitti alle società ma non servizi adeguati ai cittadini, ha bloccato gli aumenti dei pedaggi autostradali, ha istituito un’agenzia per la sicurezza delle strade e dei trasporti, ha riattivato i sopralluoghi per i controlli. Il Paese ha bisogno di piccole opere ma il Governo si è adoperato anche per sbloccare i grandi cantieri, ad esempio quelli relativi alle tratte Asti-Cuneo, Agrigento-Caltanissetta, Sassari-Alghero, e sta lavorando al passante di Bologna per renderlo più economico e sostenibile. Il contratto di Governo prevede che il progetto TAV Torino-Lione sia ridiscusso nell’applicazione, considerata la sproporzione dell’impegno finanziario dell’Italia rispetto alla Francia. L’analisi costi benefici è stata affidata a un soggetto terzo, un gruppo di esperti di competenza riconosciuta a livello internazionale, e gli esiti sono stati resi noti: sono stati prospettati quattro differenti scenari, sono stati individuati risparmi e non ci saranno ulteriori oneri per il Paese in caso di recesso. Il Governo, infine, ha messo mano a una riforma del codice della strada e consentirà la portabilità della targa quando si cambia auto.

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Fonte senato.it – Comunicati di seduta

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