Il futuro non è dove pensi che sia

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Immagina il futuro. Dov’è per te? Cammini verso di esso? Forse è dietro di te. Forse è anche sopra di te?

E che dire del passato? Lo immagini alle tue spalle per vederlo?

Il modo in cui rispondi a queste domande dipenderà da chi sei e da dove vieni…Poichè il modo in cui immaginiamo il futuro è influenzato dalla cultura in cui cresciamo e dalle lingue a cui siamo esposti.

Per molte persone cresciute nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in gran parte dell’Europa, il futuro è davanti a loro e il passato è alle spalle. Le persone di queste culture tipicamente percepiscono il tempo come lineare. Si vedono in continuo movimento verso il futuro perché non possono tornare al passato.

In alcune altre culture, tuttavia, la posizione del passato e del futuro è invertita. Gli Aymara, un gruppo indigeno sudamericano che vive sulle Ande, concettualizzano il futuro alle loro spalle e il passato davanti a loro.

Gli scienziati lo hanno scoperto studiando i gesti del popolo Aymara durante le discussioni su antenati e tradizioni. I ricercatori hanno notato che quando gli Aymara parlavano dei loro antenati, gesticolavano davanti a sé, indicando che il passato era davanti. Tuttavia, quando veniva loro chiesto informazioni su un evento futuro, il loro gesto sembrava indicare che il futuro veniva percepito come alle spalle.

L’analisi del modo in cui le persone scrivono, parlano e gesticolano riguardo al tempo suggerisce che gli Aymara non sono soli. Anche chi parla il darij , un dialetto arabo parlato in Marocco, sembra immaginare il passato davanti e il futuro alle spalle. Come fanno alcuni vietnamiti.

La cultura non influenza solo il modo in cui vediamo la posizione del futuro. Influenza anche il modo in cui immaginiamo di arrivare a quel punto.

In Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, le persone in genere immaginano di camminare verso il futuro. Per i Maori della Nuova Zelanda, tuttavia, il centro dell’attenzione quando si muovono nel tempo non è il futuro, ma il passato. Il proverbio Maori Kia whakatōmuri te haere whakamua, si traduce come “cammino all’indietro verso il futuro con gli occhi fissi sul mio passato”. Per i Maori ciò che abbiamo davanti è determinato da ciò che può o è stato visto. I Maori considerano il passato e il presente come concetti conosciuti e visti perché sono già accaduti. Il passato è concettualizzato come dinanzi a una persona, dove i suoi occhi possono vederla. Il futuro, tuttavia, è considerato sconosciuto perché non è ancora avvenuto. Si pensa che sia dietro perché è ancora invisibile. I Maori si percepiscono come se camminassero indietro piuttosto che in avanti verso il futuro perché le loro azioni nel futuro sono guidate dalle lezioni del passato. Affrontando il passato, possono portare avanti quelle lezioni nel tempo.

Gli scienziati non sono sicuri del motivo per cui persone diverse rappresentano il passato, il presente e il futuro in modo diverso. Un’idea è che le nostre prospettive siano influenzate dalla direzione in cui leggiamo e scriviamo. La ricerca mostra che le persone che leggono e scrivono da sinistra a destra disegnano linee temporali in cui il passato è a sinistra e il futuro è a destra, riflettendo le loro prospettive, schemi di lettura e scrittura.

Tuttavia, le persone che leggono da destra a sinistra, come gli arabi, spesso disegnano linee temporali con eventi del passato a destra e del futuro a sinistra. Tuttavia, la direzione della lettura non può spiegare perché alcune persone che leggono da sinistra a destra pensino al futuro come “dietro”.

Un’altra teoria è che i valori culturali possano influenzare il nostro orientamento verso il futuro. Le culture variano nella misura in cui valorizzano la tradizione. I ricercatori ritengono che la nostra concezione spaziale del futuro possa essere determinata dal fatto che la nostra cultura enfatizzi le tradizioni del passato o si concentri sul futuro.

Nelle culture che sottolineano l’importanza del progresso, del cambiamento e della modernizzazione, il futuro è normalmente davanti a sé – ad esempio in Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Tuttavia, nelle culture che attribuiscono un alto valore alla tradizione e alla storia ancestrale, come in Marocco e nei gruppi indigeni come i Maori, il passato è al centro ed è quindi solitamente in primo piano.

Queste differenze potrebbero avere implicazioni anche per le iniziative volte ad affrontare le sfide globali. Se il futuro non è sempre davanti a sè, i mantra delle campagne occidentali sull’ “andare avanti” e “lasciarsi il passato alle spalle” potrebbero non avere risonanza per molte persone.

Forse, tuttavia, se impariamo dalle rappresentazioni del tempo di altre culture, potremmo essere in grado di riformulare la nostra comprensione di alcuni dei problemi più urgenti del mondo. Avvicinarsi al futuro con uno sguardo costante al passato potrebbe portare a un futuro più giusto per tutti.

 

 

Ricerca a cura di Ruth Ogden, Professore di Psicologia del tempo presso la Liverpool John Moores University, pubblicato su The Conversation

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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