Uno studio di Rebecca Riley e Chiara Rosazza Bondibene per il National institute of economic and social research inglese, infatti, ha mostrato che l’introduzione del salario minimo nell’ormai lontano 1999 ha aumentato la produttività delle aziende, che hanno risposto all’aumento del costo del lavoro con efficientamenti organizzativi e maggiore formazione. Non c’è stata invece riduzione della forza lavoro o sostituzione dei lavoratori con maggiore automazione. Ricerche precedenti, come quella di Marian Rizov e Richard Croucher (2012), hanno poi mostrato un incremento della produttività in tutti i settori e in particolare nelle imprese più grandi.
Ci chiediamo su cosa basa le sue deduzioni questo Governo, ancorato a logiche vecchie, che sembrano soltanto voler mantenere una situazione in cui i cittadini non vedranno mai i propri diritti completamente riconosciuti.
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