LUCI E OMBRE DELLA STRATEGIA EUROPEA PER LE PMI: AMBIZIOSA MA POCO CHIARA

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La strategia della Commissione Europea per le Piccole e medie imprese scritta nel marzo 2020 necessita di un aggiornamento. Deve tenere conto della crisi Covid e dei suoi impatti sulle PMI. Le aziende sono la spina dorsale dell’economia europea, soprattutto italiana, e dovrebbero quindi essere poste maggiormente al centro della ripresa e del raggiungimento di un’economia sostenibile ed equa dal punto di vista ambientale e sociale. L’aggiornamento della strategia è l’occasione per presentare misure concrete e precise, tabelle di marcia di realizzazione che devono consentire alle PMI di affrontare a testa alta e senza timori l’era digitale e la transizione verso modelli di business socialmente e ambientalmente sostenibili. Un strategia che permetterebbe anche alla PMI di affrontare le precedenti, ma sempre attuali, sfide strutturali pre crisi del COVID-19 e che sono indispensabili per competere con attori più grandi e con ampia disponibilità di risorse.

Oggi però ci è stato chiesto di votare un rapporto che in realtà è scritto in modo poco chiaro e privo di sintesi e da qui la nostra astenzione sulla votazione finale della relazione. Tanti propositi condivisibili e con alcuni punti da libro dei sogni che rendono il testo senza una chiara visione. Gli elementi più critici del rapporto sono rappresentati da un compromesso che mette fortemente l’accento sulla necessità del taglio di regolamenti, oneri amministrativi e normativi senza distinguere cosa e come. Una sorta di visione alla Calderoli che incendiò 400 mila leggi italiane che però non scalfirono la babele di norme che stritolano qualsiasi imprenditore. 

 

SMEs Strategy

La strategia della Commissione (CE) per le PMI del marzo 2020 necessità già un aggiornamento. Deve tenere conto della crisi Covid e dei suoi impatti sulle PMI. Le PMI sono la spina dorsale dell’economia europea, soprattutto italiana, e dovrebbero quindi essere poste maggiormente al centro della ripresa e del raggiungimento di un’economia sostenibile ed equa dal punto di vista ambientale e sociale. L’aggiornamento di una strategia aggiornata presenta l’occasione per presentare misure concrete e precise tabelle di marcia di realizzazione al fine di consentire alle PMI di affrontare a testa alta e senza timori l’era digitale e la transizione verso modelli di business socialmente e ambientalmente sostenibili. Un strategia che permetterebbe anche alla PMI di affrontare le precedenti, ma sempre attuali, sfide strutturali precrisi della COVID-19 e che sono indispensabili per competere con attori più grandi e con ampia disponibilità di risorse.

Le relazioni del PE è una risposta alla strategia della Commissione europea sulle PMI, che a causa di un conflitto di competenze tra commissione parlamentari, viene adottata 9 mesi dopo.

Il relatore, Paola Borchia dell’ID, è riuscito a costruire una maggioranza molto ampia attorno alla relazione. Questo ha reso i negoziati sulla relazione molto macchinosi, tuttavia siamo riusciti a includere alcune delle nostre idee, in particolare sull’imprenditorialità femminile, innovazione e sostenibilità ambientale.

La relazione del PE tiene conto degli impatti economici e sociali della pandemia e sottolinea l’importanza delle PMI nella ripresa dell’UE. Inoltre, affronta le sfide persistenti per le PMI, come l’accesso ai finanziamenti e ai mercati interni e internazionali, la necessità di manodopera qualificata e le sfide alla trasformazione digitale e verde delle PMI.

Oltre a questo, il rapporto è scritto in modo affrettato e privo di sintesi. Gli elementi più critici del rapporto sono rappresentati da un compromesso che mette fortemente l’accento sulla necessità del taglio di regolamenti, oneri amministrativi e normativi senza distinguere cosa e come. Una riedizione della logica di Calderoli quando incendiò 400 mila leggi italiane. Nonostante la presenza di questo compromesso, in commissione ITRE, lo scorso mese, abbiamo votato a favore della relazione, al fine di non compromettere le parti buone, in particolare sul Green Deal, digitalizzazione e innovazione, e soprattutto per affrontare la problematica del testo in plenaria.

Come al solito con strategie così ampie, il rapporto tocca una vasta gamma di argomenti, eccone alcuni:

  • Riduzione della burocrazia: il supporto al principio one-in-one-out è pericolosamente “cieco” perché rimanda a una irrealistica tabella di marcia per la Commissione europea al fine di fissare ambiziosi obiettivi legati alla riduzione di regole e onori non meglio specificate.
  • Pensare prima al piccolo: le preoccupazioni delle PMI a seguito dalla crisi del COVID-19 dovrebbero essere più adeguatamente considerate; si chiede un testo legislativo sulle PMI e l’applicazione coerente del principio “pensare prima al piccolo” e del principio “grandi per le grandi cose, piccole per le piccole cose”.
  • Accesso al credito e ai fondi Ue: soprattutto per permettere la solvibilità e il raggiungimento degli obbiettivi di sostenibilità e digitalizzazione delle PMI. Eliminazione delle barriere ai finanziamenti UE per le PMI, dovuta all’eccessiva complessità delle procedure e dei criteri di selezione.
  • Green Deal, Renovation Wave, Economia circolare e progetti di rigenerazione urbana: si chiede un quadro normativo e finanziario per rafforzare competenze e indirizzi delle PMI, consentire le associazioni di PMI. Promuovere l’adozione e l’offerta di beni e servizi sostenibili dal punto di vista ambientale, sviluppando pratiche sostenibili e trarne i relativi benefici. Stimolare importanti opportunità di business e innovazione delle PMI, su modelli di produzione e consumo sostenibili ambientalmente, accogliendo e integrando le iniziative legate al Green Deal, al Piano di azione per l’economia circolare, la Renovation Wave (ondata di ristrutturazione) e i progetti di rigenerazione urbana.
  • Rafforzamento della Direttiva sui ritardi dei Pagamenti: garantire la rapidità dei pagamenti non solo tra Pubblico e impresa, ma anche dalle grandi imprese verso le piccole.
  • Supporto alla digitalizzazione e innovazione delle PMI: migliorare l’alfabetizzazione e le competenze digitali, gestione e sicurezza dei dati in un sistema di condivisione open.
  • Commercio e Appalti Pubblici: Si chiede alla Commissione di prevedere strumenti di difesa commerciale per ridurre concorrenza sleale e pratiche commerciali illegali o sleali di paesi terzi.

Sottolineata anche la necessità di facilitare e promuovere la partecipazione delle PMI e microimprese agli appalti pubblici attraverso la semplificazione e la pubblicazione di bandi di gara, e prevedendo anche una suddivisione di grandi lavori pubblici in piccoli lotti. Stessa cosa per quanto riguarda le forniture alla Pubblica Amministrazione.

 

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Fonte Ignazio Corrao

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