Mentre Lagarde fa marcia indietro sull’austerità la nuova manovra del governo italiano prevede grandi investimenti

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Mai come oggi la parola austerity è stata così lontana dall’universo Italia. Nella nota di aggiornamento del DEF nell’ultimo consiglio dei ministri di ieri sera si comincia a delineare la nuova manovra economica in tempo di covid. Diversi sono gli scenari messi sul tavolo che porterà ad un piano A o ad un piano B in base alla forza d’urto della seconda ondata.

In entrambi casi cruciale sarà la gestione della crisi pandemica, non abbassando i livelli di guardia malgrado gli ottimi risultati fin qui ottenuti rispetto ai numeri monstre registrati in tutta Europa.

Il 2020 si chiuderà con un debito di 194 miliardi di euro sopra i livelli del 2019.Alla manovra e alla recovery plan l’ingrato compito di avviare il recupero già nel 2021.

Le insidie sono tante. Partendo dal presupposto che il recovery fund non sarà operativo prima della metà del 2021 e che la gran parte delle sue risorse saranno liberate nel 2023, la manovra del nostro governo avrà sulle spalle la responsabilità più grande nell’avviare la ripresa nei mesi iniziali.

Il programma è ambizioso e si fonda su 3 pilastri:

  • Sul rifinanziamento di misure già in vigore ( ammortizzatori sociali ma concentrati sui settori più in crisi, la decontribuzione del sud e il bonus di 100 euro per i lavoratori dipendenti fino a 40.000 euro LORDI).
  • Rilancio dell’Impresa 4.0
  • Investimenti in crescita del 27 % nel 2021/2023

Ad oggi la situazione, causa covid 19 (ma anche ricette economiche sbagliate ereditate dal passato come la mancanza d’investimenti) parlano di un debito cresciuto di 23,4 punti percentuali del Pil e di 41,5 miliardi di entrate fiscali in calo.

La soluzione al problema è complessa e un debito pubblico che prima della crisi era già fuori controllo non aiuta a destreggiarsi come invece possono fare paesi come la Germania, che può contare su una liquidità di fondi propria che non ha eguali in Europa

È il momento di rimboccarci le maniche ma intelligentemente, non vendendo sogni come qualcuno nell’opposizione si ostenta a fare per raccogliere qualche misero voto, ma allo stesso tempo non cadendo nel tranello dell’austerità e del controllo dei conti.

I soldi però vanno spesi bene per tutelare i lavoratori, sostenere le famiglie in crisi e soprattutto investire nel presente e futuro produttivo guardando alle nuove sfide globali come l’innovazione e la crisi climatica.

Da un prima attenta lettura della nota di aggiornamento del DEF, uno dei principali obiettivi della manovra nella politica di bilancio 2021/2023 è un ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con un assegno universale per i figli. Sono previsti la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, revisione complessiva della tassazione verso una maggiore equità e lotta all’evasione.

La manovra di per sé dovrà cominciare ad anticipare le spese che il recovery fund aiuterà a coprire in seguito, dal rilancio di industria 4.O ad una spinta ai nuovi investimenti pubblici.

In particolare per il Sud sono già state introdotte alcune modifiche ad una delle principali misure di sostegno agli investimenti delle imprese, la “NUOVA SABATINI”.E’ innalzata da 100.000 a 200.000 euro la soglia entro la quale il contributo statale in conto impianti è erogata in un’unica soluzione, invece che a quote ed è stata elevata la maggiorazione dei contributi statali dal 30% al 100% per gli investimenti innovativi” Industria 4.0  realizzati da micro e piccole imprese nel mezzogiorno.

Altra proposta che merita di essere menzionata è l’interesse nel rilancio degli investimenti. La crescita dovrebbe attestarsi al 27% nel prossimo triennio con il settore della costruzione come protagonista, con investimenti in infrastrutture e il super bonus 110%. Un settore che deve aprire gli occhi a ristrutturare prima di costruire, tenendo conto delle nuove sfide ambientali ed energetiche.

Come già menzionato precedentemente il recovery fund avrà tempi più lunghi e interverrà sulla crescita del PIL solamente dal 2023 con lo 0,8%  al netto di ritardi causati da paesi come l’Ungheria che tiene in ostaggio Bruxelles o di seconde ondate Covid 19.

Mentre l’Italia sarà chiamata a investire al meglio e ricostruire un paese martoriato da spese folli e non rendicontabili ai propri cittadini, che hanno visto un inspiegabile debito pubblico aumentare anno dopo anno senza però vederne i risultati attraverso servizi pubblici adeguati ,l’europa è chiamata a cambiare la sua politica fiscale, economica e monetaria.

L’austerità di questi ultimi 10 anni ha contribuito ad aumentare il gap tra paesi del Nord e del Sud tagliando servizi essenziali e impedendo investimenti che avrebbero aiutato a migliorane non sono le condizioni economiche ma anche sociali.

E’ di oggi la notizia che la Presidente della Banca Centrale, la francese Lagarde, ha ammesso, tra le righe, che le stime errate nell’UE hanno causato eccessive strette fiscali, aprendo cosi un futuro scontro sulla riforma delle regole UE non più derogabile. In pochi soldoni la Lagarde ammette un grande errore di valutazione sull’austerity, con il concetto di PIL potenziale (uno dei cardini del modello economico mainstream, quello liberista o neo liberista), già criticato scientificamente dagli anni 60, che ha portato ad un interpretazione dei dati sui PIL nazionali completamenti sbagliati.

Non è la scoperta dell’acqua calda, come ben riportato dal Fatto Quotidiano, visto che la Lagarde era a capo del FMI, ma è comunque una novità nel panorama europeo. Chi sa cosa ne pensa la Germania?

 

 

 

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Fonte Ignazio Corrao

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