Musicoterapia, diploma e i pasticci della burocrazia italiana

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di Samanta Di Persio – Chi di noi non ha mai chiuso gli occhi per rilassarsi mentre ascoltava una musica soave e piacevole? Probabilmente è uno dei pochi casi in cui avremmo un plebiscito di sì e infatti nel 2005, L’Aquila e Verona sono le prime città ad attivare il “Diploma Accademico di Specializzazione in Musicoterapia”.

Un percorso di studi che dura due anni e ha un costo di diverse migliaia di euro. Fin qui, una storia di ordinaria normalità per i corsisti, sacrifici, non solo economici, lo studio di uno strumento musicale, richiede ore e ore di esercizio ma, quando la questione diventa burocratica, arrivano le prime grane.

Il DPR n. 19 del 14 febbraio 2016, contenente l’elenco di tutti i Titoli di studio che permettono di accedere alle varie classi di concorso per l’insegnamento, per la materia musica prevede il “Diploma Accademico di II livello in Musicoterapia”, quindi, il “Diploma Accademico di Specializzazione in Musicoterapia” non è contemplato, nonostante le caratteristiche simili dei due percorsi formativi: requisito di accesso il possesso di un Diploma ordinamentale di Conservatorio congiunto a diploma di scuola secondaria di II grado, o di un Titolo di I livello (Diploma Accademico Triennale o Laurea Triennale); un esame di ammissione per verificare il possesso delle adeguate competenze musicali e dei requisiti culturali ed etici previsti; l’acquisizione nel corso del biennio di 120 Crediti Formativi; il superamento di tutti gli esami annuali con votazione in trentesimi; la discussione di una prova finale con votazione finale in centodecimi.

A Ferrara viene attivato il corso come diploma di secondo livello con l’introduzione del D.M. n. 164 del 3 novembre 2011 e viene, a tutti gli effetti, riconosciuto per l’insegnamento. Il qui pro quo nasce dal fatto che L’Aquila e Verona rilascerebbero un attestato di specializzazione equiparata a un Master, mentre per i diplomati di Ferrara si tratterebbe di una vera e propria laurea specialistica. Come spiegato, stessa formazione ma con possibilità di sbocco professionali diverse.

Fra Verona e L’Aquila sono 150 i diplomati, hanno già scritto all’ex Ministro dell’istruzione Fedeli, perché basterebbe un decreto ministeriale di equipollenza dei titoli, ma non c’è stata nessuna risposta. Ai diplomati aquilani e veronesi non resta che sperare nell’intervento del nuovo Governo.

L’AUTORE

Samanta Di Persio – Laureata in scienze politiche vive a L’Aquila. Ha pubblicato con le edizioni Casaleggio Associati: Morti bianche (2008) e Ju tarramutu (2009), edizione Rizzoli La pena di morte italiana (2011), edizione Adagio Imprenditori suicidi (2012)

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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