Perché abbiamo bisogno di silenzio

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di Fabrizio Spagiari – Non avere mai tempo per noi, senza dispositivi e distrazioni, rischia di farci perdere la nostra capacità di sapere chi siamo e cosa è importante per noi.

Per il mondo non stiamo facendo granché. Secondo il World Wide Fund for Nature, dal 1970 l’uomo ha distrutto oltre il 30% delle foreste e dell’ecosistema marino. La distruzione è stata una conseguenza non voluta della crescita demografica, del desiderio di aumentare la ricchezza materiale e il comfort e del conseguente bisogno di più energia.

Ma non stiamo facendo questo solo al nostro mondo.

Anche alla nostra mente stiamo attuando gli stessi principi. La distruzione del nostro io interiore attraverso il mondo cablato è un fenomeno ancora più recente. La perdita di lentezza, di tempo per la riflessione e la contemplazione, di privacy e solitudine, di silenzio, di capacità di sedersi tranquillamente su una sedia per quindici minuti senza stimoli esterni, sta minacciando il concetto stesso della nostra umanità.

Tutto è avvenuto rapidamente e quasi invisibilmente.

La situazione è terribile. Stiamo perdendo la nostra capacità di sapere chi siamo e cosa è importante per noi. Stiamo creando una macchina globale in cui ognuno di noi è un ingranaggio senza cervello, incessantemente spinto dalla velocità, rumore e urgenza artificiale.

Che cosa possiamo fare?

In qualche modo, dobbiamo creare una nuova abitudine della mente, come individui e come società. Diversi momenti della giornata possono essere dedicati alla contemplazione e alla quiete, liberi dal mondo esterno.

Negli ultimi anni, numerose organizzazioni sono state create per introdurre periodi di quiete e meditazione nelle scuole primarie e secondarie. Per esempio, nel 2015, l’educatore Stacy Sims ha iniziato un programma chiamato “Momenti di Musica” in cui gli studenti ascoltano quattro minuti di musica classica durante il periodo di annuncio mattina. In quel momento non devono far nulla.

Ma possiamo davvero fare tanto, partendo dal concetto che ognuno di noi ha il diritto ad un po’ di silenzio, di tranquillità, di rilassamento.

Gli studenti avrebbero bisogno di un periodo di silenzio di dieci minuti durante la giornata scolastica.

Gli studenti universitari dovrebbero aver dei momenti di tempo libero da utilizzare per riflettere su ciò che stanno imparando e metterlo in relazione con la loro vita e i loro obiettivi.

Sul posto di lavoro ci dovrebbe essere una stanza tranquilla in cui i dipendenti sono autorizzati e incoraggiati a passare mezz’ora ogni giorno a meditare, riflettere o semplicemente a stare in silenzio. Smartphone e computer non sono ammessi nella stanza tranquilla. Questo periodo di quiete non sarebbe parte della pausa pranzo regolare.

Per le famiglie, un’ora scollegata durante la sera, magari a cena, in cui tutti i telefoni, gli smartphone, i computer e gli altri dispositivi sono spenti. La cena dovrebbe essere un momento per una conversazione tranquilla.

Gli individui dovrebbero pensare a come trascorrono il loro tempo ogni giorno e cercare di ritagliarsi ogni tanto una mezz’ora di distanza dal mondo connesso.

Noi che abbiamo creato questo mondo dovremmo assumerci più responsabilità. Siamo noi stessi vittime, ma siamo anche i responsabili. Non dobbiamo forse a tutti i nostri figli un mondo in cui le loro vite siano valorizzate e sostenute? Non lo dobbiamo a noi stessi?

Anche se cambiare le abitudini della mente è difficile, può essere fatto. Con un po’ di determinazione, ognuno di noi può trovare una mezz’ora al giorno per perdere tempo. Oggi tutti sono così occupati a parlare, che non c’è più nessuno che ascolta. Siamo così occupati a fare, che spesso dimentichiamo perché lo facciamo.

Un giorno “il Tempo per Sè” sarà un diritto riconosciuto. Ne sono sicuro.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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