Gelmini: é passata dal definire il dpcm uno “strumento discutibile” a trattarne i contenuti con le Regioni e addirittura a spiegarlo da BUONA maestrina
Meloni: non pervenuta
Salvini: ha smesso di attaccare la forma degli atti governativi ma schizofrenicamente chiede di riaprire cose a caso mentre gli ospedali tornano a riempirsi per le varianti (e mentre la sua Lombardia ha istituito zone rosse)
Molinari: capoleghista alla Camera, ha più volte gridato al “golpe giuridico“
Renzi: parlava di “diritti costituzionali calpestati”. “Il Governo pensi ai posti di lavoro, non a calpestare la Costituzione“. Adesso è il genio della lampada araba.
Bonetti: (Ministra rimasta al suo posto nonostante abbia fatto cadere Conte) è d’accordo con Renzi. “Il dpcm è un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, per sua natura non viene condiviso all’interno del Cdm e nemmeno in Parlamento”… E adesso?
Cassese: “Invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio dei ministri bastava ricorrere, almeno per quelli più importanti, a decreti presidenziali. È forse eccessivo parlare di usurpazione dei poteri, ma ci si è avvicinati”.
Draghi non usurpa, lui può.
Baldassarre: Conte fa un “uso frequente e spregiudicato dei dpcm che scavalcano tutti i controlli”. Bel controllo adesso mariondinondinondello.
Guzzetta: strattonava direttamente il capo dello Stato affinché riconoscesse “la centralità” dei tradizionali decreti legge per fronteggiare le emergenze.
In parlamento Fi, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia presentano una mozione per denunciare i “numerosi provvedimenti sostanzialmente amministrativi” adottati da Conte. Parlano di una “violazione delle fonti del diritto, trattandosi di una fonte normativa secondaria”. Tra i firmatari c’è la Gelmini.
Lupi: aveva sottoscritto la mozione, mentre ora può contare su un suo sottosegretario al ministero della Salute.
Romani: “Non si può governare un Paese a suon di dpcm”
Mulé: “Conte è un servo della legge, non è il monarca, deve rientrare in un recinto costituzionale di regole”
Malan: “Nella Costituzione non sono previsti i dpcm”
Della Vedova: (oggi è sottosegretario agli Esteri) “Non capiamo perché si debba procedere a colpi di dpcm”.
Casellati: bombardava Conte accusandolo di aver “gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a Dpcm, emanati senza preventiva e dovuta consultazione con un voto del Parlamento”.
Tutti loro oggi non battono ciglio di fronte al primo dpcm dell’era Draghi.
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Fonte Dario Violi on Facebook