Stati Uniti: impennata di licenziamenti a causa dell’automazione

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Negli ultimi due anni, le aziende tecnologiche globali, comprese le startup, hanno licenziato oltre 425.000 dipendenti. Ora, secondo il rapporto di Challenger, Gray & Christmas, solo nel mese di gennaio 2024, gli Stati Uniti hanno registrato un’impennata di licenziamenti come non avveniva da 15 anni. Le principali aziende statunitensi hanno dichiarato la riduzione di 82.307 posti di lavoro, evidenziando un incremento del 136% rispetto al mese precedente, quando i licenziamenti ammontavano a 34.817.

Secondo il rapporto, sebbene i licenziamenti siano influenzati da fattori politici (elezioni presidenziali) c’è anche una tendenza più ampia guidata dalla crescente automazione e dall’adozione dell’intelligenza artificiale in vari settori. La riduzione dei costi è indicata come il principale fattore dietro la gran parte di questi licenziamenti.

Nel dettaglio, le società finanziarie hanno annunciato il maggior numero di tagli a gennaio, con 23.238 posti di lavoro ridotti. Questo rappresenta il totale mensile più alto per il settore dal settembre 2018. Il settore tecnologico segue con 15.806 tagli, il massimo registrato da maggio 2023, con un aumento significativo del 254% rispetto al mese precedente, quando i tagli erano stati 4.470.

I tagli dei posti di lavoro nel settore tecnologico sono state annunciati anche da Amazon, Alphabet, Microsoft, TikTok, Flipkart, Swiggy e tanti altri.

Mustafa Suleyman, uno dei co-fondatori di DeepMind, la società di intelligenza artificiale acquistata da Google nel 2014, in una intervista rilasciata al Financial Times, ha dichiarato che ci sarà “un numero serio di persone che perderanno il lavoro a causa dell’IA”, e “il reddito di base universale potrebbe essere la risposta”. Anche Sam Altman, di OpenAI, ha dichiarato di ritenere che l’intelligenza artificiale potrebbe consentire alle persone di perseguire un lavoro più creativo e il Reddito Universale potrebbe compensare i posti di lavoro che si perderanno.

Tutti i più importanti CEO di aziende tecnologiche (Mark Zuckerberg, Bill Gates e Elon Musk sono a favore del reddito universale), economisti, sociologi, stanno ormai da tempo ribadendo l’importanza di un serio dibattito sul Reddito Universale.

Noi, ancora una volta, lo ripetiamo: E’ arrivato il momento. 

 

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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