Prossima tappa, Strasburgo?

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Di seguito la traduzione dal tedesco di Stefano Porreca dell’articolo di Daniel Zylbersztain-Lewandowski pubblicato su Taz.de.

Mercoledì, nel tentativo di impedire che il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, venisse estradato, come richiesto dagli Stati Uniti, la High Court di Londra – la corte britannica di ultima istanza – aveva in programma di ascoltare soprattutto le argomentazioni dei procuratori americani.

Questi ultimi hanno sostenuto che Assange non è un vero giornalista o un vero editore. All’opposto, ha incoraggiato la sua informatrice Chelsea Manning a trafugare e trasmettergli i dati, oltre ad aver tentato di accedere anonimamente al sistema informatico. L’avvocato di Assange Mark Sommers ha replicato che il caso Brambilla, portato davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) nel 2017, ha mostrato come a essere perseguibile sia l’acquisizione di informazioni con metodi illeciti, ma non la divulgazione delle stesse in tal modo ottenute.

Gli storici casi di Daniel Ellsberg e Philip Agee hanno mostrato che Assange non potesse supporre che il materiale da lui pubblicato avrebbe provocato gravi conseguenze o che non sarebbe stato considerato attività giornalistica.

Gli avvocati Usa hanno poi accusato Assange di aver ingiustificatamente svelato i nomi di persone che operavano in diversi Paesi per l’apparato di sicurezza americano. Per molti di loro, ciò ha significato perdere posto di lavoro e abitazione o il blocco del conto bancario. Dopo la diffusione dei documenti, alcune persone, esplicitamente menzionate, sono scomparse, sebbene non si possa direttamente concludere che sia dipeso dalle rivelazioni di Wikileaks.

L’avvocato difensore Sommer ha ribattuto come Assange e il suo team abbiano passato un anno a oscurare i nomi presenti sui documenti, fino a quando l’allora giornalista del Guardian David Leigh ne pubblicò il codice di accesso, consentendo a chiunque di consultarli. A quel punto, Assange ha cercato di ricorrere ai ripari chiedendo perfino l’aiuto della Casa Bianca. Assange, perciò, può essere tutt’al più incolpato di aver condiviso il codice.

“Il mondo intero sta guardando”

La difesa di Assange ha ripetutamente sollevato le possibili interpretazioni del caso da parte della Cedu. Se la High Court britannica non dovesse accogliere la richiesta di appello, il caso di Assange con ogni probabilità finirà a Strasburgo. Qui la Cedu, secondo l’avvocato Mark Sommers, terrà conto dell’interesse pubblico del materiale pubblicato da Assange, compreso quello che porta alla luce i crimini di guerra. Nei casi di rivelazione di crimini, la Cedu ha più volte tollerato l’accesso a documenti riservati.

Un’ulteriore argomentazione degli avvocati Usa è stata che l’accordo bilaterale di estradizione tra Stati Uniti e Gran Bretagna non proibisce esplicitamente le espulsioni nei casi politici. Il legale di Assange Edward Fitzgerald ha replicato come la questione sia senz’altro stata citata durante il dibattito parlamentare sul trattato e come questa tutela sia presente in quasi tutti gli altri trattati internazionali della Gran Bretagna.

Stando ancora al legale Fitzgerald, l’articolo 5 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che l’accordo cita esplicitamente, vieta l’arbitrarietà giuridica, proprio come il tentativo “senza precedenti e inatteso” di citare in giudizio Assange per via delle sue pubblicazioni. La Cedu verificherà in che misura la richiesta di estradizione sia compatibile con la libertà di espressione di Assange.

Sulla base delle dichiarazioni su Assange rilasciate dall’ex capo della Cia Mike Pompeo e dall’ex presidente Usa Donald Trump, ad avviso di Fitzgerald, non è possibile escludere che negli Stati Uniti i capi d’accusa contro Assange possano in futuro essere modificati, e con ciò il rischio della pena di morte, né che Assange venga privato delle tutele garantite dal diritto civile americano.

Interrogati direttamente dai giudici, gli avvocati Usa hanno dovuto ammettere che nulla protegge Assange da tali sviluppi. La difesa ha inoltre argomentato che, a fronte dei piani dei vertici statunitensi di ammazzare Assange, la High Court è tenuta a esaminare approfonditamente i rischi.

I due giudici faranno conoscere il loro verdetto nelle prossime settimane o mesi. Nel tardo pomeriggio, i sostenitori di Assange, insieme alla moglie Stella, dal tribunale hanno marciato fino al numero 10 di Downing Street scandendo, tra le altre cose, “Il mondo intero sta guardando”.

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Fonte Il Blog di Beppe Grillo

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