Questo particolare momento storico e la pandemia hanno indubbiamente esacerbato le distorsioni e le ineguaglianze che, anche in …

Tempo di lettura: 2 minuti

Questo particolare momento storico e la pandemia hanno indubbiamente esacerbato le distorsioni e le ineguaglianze che, anche in Europa, vivono le donne. Il problema non è l’impatto che ha avuto il coronavirus nella loro vita privata e lavorativa. Il problema è il sistema preesistente fatto di dipendenza economica, disparità salariale e barriere occupazionali, giusto per fare qualche esempio, che ha fatto delle donne la parte di popolazione più colpita dalla pandemia.

Questi sono solo alcuni esempi ma le problematiche sono innumerevoli e, tra l’altro, hanno a loro volta altrettante sfaccettature, ma l’unica cosa comune ad ogni tipo di discriminazione è la mancanza generale di una vera e articolata educazione al cambiamento. Il riconoscimento di un diritto è nulla, se non si è messi nella condizione reale di esercitarlo e la storia ci insegna che ciò avviene più facilmente quando si educa la società al rispetto, non solo attraverso l’imposizione di una regola o la minaccia di una pena.

Dobbiamo guardare i dati e questi ci dicono che viviamo in una realtà che come una piramide, man mano che si sale vede sempre meno donne in ruoli apicali. Per cercare di combattere questo fenomeno e ovviare al problema sono state introdotte le quote rosa. Purtroppo esse si rendono necessarie, per mettere in moto un processo virtuoso che miri non ad aumentare la mera presenza delle donne in posizioni di rilievo ma miri indirettamente a creare quelle condizioni formative, di supporto e lavorative, essenziali nella società odierna, per incentivare la presenza di donne in ogni livello della piramide.

Ancora adesso le donne sono costrette a scelte impossibili, giudicate in ogni aspetto della vita sia lavorativa sia privata, e vittime della violenza di genere fino alle sue estreme conseguenze.

Cosa possiamo fare? Possiamo creare una massa critica, un movimento trasversale di opinione per costruire le basi che portino invece le donne a perseguire i propri sogni, libere dai condizionamenti e supportate nelle proprie scelte di vita.

Le generazioni prima di noi hanno combattuto per il diritto all’aborto, il voto, il divorzio. Il nostro compito è combattere per tutte quelle donne ancora costrette a scegliere tra famiglia e carriera, per quelle donne che pur svolgendo lo stesso lavoro, avendo stessi titoli e uguali mansioni hanno una remunerazione diversa dettata dal possedere o meno un cromosoma y.
Combattere per tutte quelle donne che maltrattate non denunciano i propri aguzzini per paura di non esser credute.

Molte donne purtroppo non sono ancora consapevoli del proprio valore, della propria forza, dei propri diritti.
Dobbiamo prenderle per mano, restituendo loro quella speranza in grado di spingerle a lottare a non arrendersi.

Solo un’azione congiunta promossa ad ogni livello politico e in concerto con la società civile può realmente mettere in moto quel cambiamento, sulla carta molto spesso già avvenuto ma che stenta a veder la luce nella vita di ogni giorno.

Isabella Adinolfi

(Feed generated with FetchRSS)

Leggi Tutto

Fonte MoVimento 5 Stelle Europa on Facebook

Commenti da Facebook
(Visited 6 times, 1 visits today)
Vai alla barra degli strumenti